«Si insegna di più e meglio col sorriso sulle labbra»

Approcciarsi alle persone con un sorriso è sempre preferibile, ma uno studio, condotto dalla Sissa di Trieste al nosocomio friulano e pubblicato sulla rivista specialistica Brain Research, certifica...

Approcciarsi alle persone con un sorriso è sempre preferibile, ma uno studio, condotto dalla Sissa di Trieste al nosocomio friulano e pubblicato sulla rivista specialistica Brain Research, certifica che l’imitazione funziona meglio se è empatica. Tradotto: una maestra riuscirà nel suo compito di insegnare ai bambini, tanto più esibirà sul volto un sorriso smagliante. Un assunto che trova d’accordo anche il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Daniela Beltrame: «La relazione intersoggettiva che si viene a instaurare fra insegnante e alunno è fondamentale per l’apprendimento – ha detto –, anche sul piano educativo la comunicazione è favorita da un buon rapporto. L’insegnante dovrebbe essere sempre visto come una persona positiva che, oltre alle nozioni, riesce a trasmettere anche valori. L’importante è riuscire a creare certe condizioni all’interno di ciascuna classe, ma la nostra classe insegnate si è sempre dimostrata preparata e attenta». L’esperimento condotto all’ospedale Santa Maria della Misericordia ha misurato, grazie alla risonanza magnetica, l’attivazione delle aree motorie di alcuni soggetti che dovevano seguire un gesto visto su uno schermo e fatto da una mano o da un puntino, in diversi contesti: «Abbiamo osservato – spiega Raffaella Rumiati, autrice dello studio insieme ad Alessandro Grecucci del Cimec di Trento, Cristiano Crescentini e Paola Mengotti della Sissa – una maggiore attivazione del sistema motorio quando la persona deve imitare il movimento della mano in un contesto che promuove empatia, un volto triste, per esempio, a differenza di una faccia arrabbiata. Ora stiamo approfondendo l’argomento con altri studi, ma sembra quindi che se si vuole insegnare per imitazione a un bambino è meglio farlo sorridendo piuttosto che con un modo di fare aggressivo». «Molti gruppi studiano l’apprendimento dei robot e con i robot – continua l’esperta – e forse per aumentarne l’efficacia sarebbe necessario aggiungere una faccia sorridente anche alle macchine». (m.z.)

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