Si ferisce e rischia di morire per il tetano

Un 72enne è stato ricoverato in Terapia intensiva dopo un infortunio in giardino. Le sue condizioni stanno migliorando
20090904 - NAPOLI - INFLUENZA A:PRIMARIO COTUGNO,ORGANIZZATI PER EVENTUALE PICCO. Mascherine e presidi medici obbligatori per tutti all'ospedale per malattie infettive Cotugno di Napoli , nella foto di oggi 4 settembre 2009, anche per gli addetti alla sicurezza e all'accettazione. CIRO FUSCO /ANSA /JI
20090904 - NAPOLI - INFLUENZA A:PRIMARIO COTUGNO,ORGANIZZATI PER EVENTUALE PICCO. Mascherine e presidi medici obbligatori per tutti all'ospedale per malattie infettive Cotugno di Napoli , nella foto di oggi 4 settembre 2009, anche per gli addetti alla sicurezza e all'accettazione. CIRO FUSCO /ANSA /JI

UDINE. Scivola in giardino e, a distanza di due settimane da quella caduta, rischia di morire di tetano.

A salvarlo è stato il pronto intervento dei medici dell’ospedale di Udine, ma per un 72enne residente nel Tarcentino, ricoverato in Terapia intensiva in gravissime condizioni, c’è mancato un soffio perché una malattia apparentemente debellata avesse esisti mortali.

«Lavoro all’ospedale di Udine da otto anni e non ho mai visto casi di tetano – mette in chiaro Matteo Bassetti direttore della clinica Malattie infettive – . Esiste un vaccino, ed è efficace, ma evidentemente la gente dimentica che la protezione garantita dall’esavalente, che viene somministrata entro il primo anno di vita, è soggetta a richiami che devono essere effettuati almeno con cadenza decennale per essere efficaci».

Non è andata così per il pensionato ricoverato all’ospedale udinese, che da quarant’anni non faceva il richiamo dell’antitetanica.

E così, quando è scivolato su una scalinata in giardino riportando alcune escoriazioni alle mani e alla gamba, non ha dato peso a quella ferita ricoperta di terriccio. Ha pensato che una semplice medicazione bastasse e si è fatto vedere da un ortopedico, quindi non ci ha pensato più. Non fino a quando si è svegliato con la mandibola irrigidita.

Quando i medici del Santa Maria della Misericordia lo hanno preso in carico presentava i sintomi del trisma, la contrattura del muscolo massetere, accompagnata da rigidità del collo, difficoltà di deglutizione e rigidità dei muscoli addominali. In breve tempo il quadro clinico è peggiorato e sono sopraggiunte difficoltà respiratorie, così il paziente è stato intubato e trasferito in Terapia intensiva. Per i medici non è stato facile venirne a capo, visto che non esistono test di laboratorio per confermare la diagnosi, che è essenzialmente clinica. Ma il trattamento a base di immunoglobuline, farmaci che agiscono sul sistema nervoso e una terapia antibiotica si sono rivelati efficaci.

«Il paziente è ancora in Terapia intensiva, ma è in via di miglioramento – assicura Bassetti –, purtroppo però bisogna constatare che si stanno ripresentando malattie all’apparenza scomparse. E questo perché – conclude –, per gli adulti come per i bambini non viene dato il giusto peso alla vaccinazione e ai richiami».

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