«Si apra un museo a ricordo dell’Università Castrense»

SAN GIORGIO DI NOGARO. Creare un museo a ricordo di quell'unicum mondiale che fu l’Università Castrense di cui nel 2016 si celebra il centenario. A chiederlo è la scrittrice e ricercatrice Daniela Baldo, coautrice del libro sulla celebre istituzione. Lo fa in occasione dell’allestimento dei pannelli storiografici a ricordo delle varie strutture dell'università sangiorgina. Ricordandone la storia che fu foriera del progresso scientifico della medicina, emblema del servizio sanitario prestato al fronte e patrimonio umanitario della Grande Guerra, afferma che tutto ciò non può esaurirsi con una raccolta didascalica, ma abbia il bisogno di essere supportato da un museo, da una struttura propedeutica permanente, «dove l'utenza, il turista, ma in modo particolare le nuove generazioni, possano far riferimento per approfondire, in forma tangibile, tutto quello scibile scientifico che fu studiato, o prodotto dall'Università Castrense. Ci riferiamo, per esempio, alle prime radiografie, ai farmaci che furono sperimentati a San Giorgio, alle ricerche nel campo delle malattie infettive, alle relazioni e ai libri di testo che furono pubblicati dai docenti e dagli allievi, ai corredi personali, e altro».
La Baldo ribadisce che la celebrazione di un evento storico può salvare il passato dall’erosione del tempo ma, se non genera riflessione, rischia di risolversi in una emozione. Per questo auspica che ci sia la volontà dell’amministrazione comunale di investire concretamente anche sul versante della tutela della documentazione didattica, a perenne ricordo dell'Università Castrense «e dei suoi mille indomiti studenti di medicina, prestati al fronte».(f.a.)
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