Shopping, italiani in aumento anche a Nova Gorica

Nell’ultimo anno le presenze sono cresciute del 4 per cento. I goriziani sono attirati dagli orari e dai prezzi più bassi

NOVA GORICA. Oltre confine è tutto più bello. Questo è il pensiero dei tanti, tantissimi goriziani che per le proprie compere varcano il confine a caccia di prezzi più bassi rispetto all’Italia, anche talvolta a discapito della qualità. Provare a quantificarne il numero non è complicato.

È sufficiente, per chi attraversa il confine della Casa rossa a Gorizia, supera la galleria che si apre nel cuore del bosco del Panovec e poco dopo svolta a destra, entrando nel parcheggio di Qlandia, il principale centro commerciale di Nova Gorica, aperto nel 2008.

A parlare sono le targhe delle auto che attendono i rispettivi proprietari, mentre questi stanno con ogni probabilità confrontando i prezzi della merce esposta con quelli che si trovano al di qua del confine.

Un confronto che per certi articoli e certe categorie merceologiche continua a premiare i commercianti della fu “Yugo”, mentre per altri tipi di spesa sembra premiare i negozi italiani.

Questo è quanto conferma la direttrice del centro commerciale sloveno, Ema Kladnik, purtroppo non autorizzata a fornire dati precisi sull’afflusso dei clienti italiani a Qlandia.

Persino con la sua intercessione, la ringraziamo, dalla sede centrale del marchio di Lubiana l’unico dato ufficiale è quello relativo a un generico aumento della clientela che tra il 2015 e il 2016 si è attestato sul 4 percento.

Si sbaglia chi pensa che questo afflusso sia in qualche maniera favorito dall’orario prolungato dei negozi sloveni, che nel centro commerciale tengono le serrande alzate fino alle 21, contro le 19 o le 19.30, orari di chiusura più comunemente adottati dai commercianti goriziani.

«L’afflusso dei clienti italiani è continuo a tutte le ore del giorno» fa sapere Kladnik, «non c’è un vero picco durante le ore serali, anche se è vero che da noi i negozi rimangono aperti fino alle 21, mentre da voi in Italia solitamente dopo le 19 sono già quasi tutti chiusi. È un semplice dato di fatto, non è però il vero motivo per cui i clienti italiani si rivolgono ai negozi sloveni».

E qual è, allora, il vero motivo? Fin troppo facile immaginarlo. «Dalla nostra parte del confine i prezzi sono generalmente più bassi» conferma la direttrice di Qlandia, «in questi casi scatta lo stesso meccanismo che porta quasi tutti gli italiani che vivono a ridosso del nostro confine ad attraversarlo per acquistare le sigarette e fare il pieno alla macchina.

La differenza di prezzo per alcuni articoli è l’unica motivazione che spinge gli italiani a spendere oltre confine. Al contrario, per molte altre categorie i prezzi più vantaggiosi si trovino ancora in Italia».

Peccato che la Kladnik non si sbilanci, avendo accesso a numeri, dati e statistiche che per noi continuano a rimanere segreti, su quali siano questi articoli.

Ma le traccia della presenza italiana tra gli ampi corridoi del centro commerciale di Nova Gorica non si limita solo a clienti, famiglie e curiosi che oltrepassano il confine per trascorrere un paio d’ore guardando qualche vetrina, provando un nuovo paio di scarpe o un vestito, e aspettando la consorte su panchine e divanetti.

Anzi. Si trova anche tra le insegne dei negozi. Scorrendo i 54 marchi che campeggiano sui totem di Qlandia, se ne possono notare diverse italiane, come Calzedonia, Geox e Ovs, che dopo una prima avventura nel centro commerciale di Nova Gorizia durata dall’apertura fino al 2013, ha riaperto poco più di due mesi fa.

Oltre a questi, non mancano i marchi internazionali ma da tempo presenti anche nel nostro paese come Interspar, che a Qlandia conta un ipermercato e un ristorante self-service, NewYorker e H&M, che per anni hanno rappresentato un punto di riferimento oltre confine per lo shopping dei più giovani.

Un “esodo” della moda per i teenager, e non solo, arginato solamente a fine 2015 con lo sbarco del marchio di abbigliamento svedese a Gorizia e con l’apertura dello store in corso Verdi, il cuore pedonale della città.

L’elenco delle presenze italiane a Qlandia si estende poi a Kosic calzature, Idexe, abbigliamento per bambini che ha abbassato la saracinesca nel 2012, oltre a Ethnica e Kik gestiti già da italiani. Non ultimo, la recente apertura di McDonald's, che a Gorizia aveva chiuso nel 2015. Oltre confine è tutto più bello. E forse un po' più buono.

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