Serracchiani a Cividale: «L’elettrodotto non è una priorità»

CIVIDALE. Lo ha detto a chiare lettere, la presidente della Regione Debora Serracchiani. Parole nette, «per evitare qualsiasi possibile strumentalizzazione della vicenda»: «L'elettrodotto Udine ovest-Okroglo non è una priorità energetica del Friuli Venezia Giulia. Vero è che il piano rientra nella scaletta delle opere giudicate strategiche dalla Commissione europea, ma lo stesso valeva per il rigassificatore di Trieste... che, come noto, non è più un'urgenza neppure per il governo italiano».
L'auspicato chiarimento sugli indirizzi della giunta regionale, insomma, è arrivato: la cornice è stata - ieri, a Cividale - quella del Dan Emigranta, tradizionalissimo (l'edizione 2014 era la cinquantunesima) incontro d'inizio anno degli sloveni residenti nella provincia di Udine. Che il tema del "mostro" progettato da Terna fosse destinato a farla da padrone, nello spazio degli interventi delle autorità, lo si era intuito: le attese non sono state disilluse e la conclusione parrebbe un invito alla fiducia.
A innescare la miccia della discussione, in un teatro Ristori puntualmente gremito, è stato il sindaco Stefano Balloch, al termine di una panoramica sui proficui sviluppi e sui conseguenti frutti della sinergia tra la città ducale e i vicini centri sloveni: «Questa circostanza - ha dichiarato - è sede naturale per un consuntivo dei successi conseguiti sul fronte della cooperazione transfrontaliera, ma è pure occasione utile per porre in evidenza problematiche che affiggono queste terre di confine.
Nelle ultime settimane si è fatta strada, nuovamente, la preoccupazione che il nostro territorio possa essere funestato dal passaggio di un'infrastruttura assolutamente impattante, il cui tracciato toccherebbe Cividale e le vallate del Natisone. Chiedo ufficialmente la collaborazione di tutte le istituzioni della regione Fvg, a ciascun livello, e di quelle della Slovenia: si levi una voce unica, compatta, contro un disegno che danneggerebbe l'ambiente in maniera irreversibile. Il patrimonio naturalistico è la vera, grande ricchezza dell'entroterra della città ducale: risorsa da proteggere, da valorizzare, da sfruttare».
L'applauso sgorgato dalla platea ha dato eloquente "cifra" del sentimento popolare, ribadito con fermezza, poco più tardi, dalle parole di due giovani ex allieve della scuola bilingue di San Pietro (sul palco dopo il ministro per gli sloveni nel mondo, Tina Komel): «Non si tiene ancora nella dovuta considerazione il rischio elettrodotto, realtà che precluderebbe alle Valli qualsiasi possibilità di crescita; un sopruso che incarna l'ennesima applicazione del principio "profitto immediato per pochi".
La mobilitazione continuerà». Ma l'accento, nel corso del Dan Emigranta, si è posato su un ulteriore nodo: l'incognita, cioè, che grava - da troppo tempo - sul futuro dell'istituto bilingue appunto, da anni "orfano" di sede (quella storica, in viale Azzida, è inagibile) e conseguentemente smistato in più plessi, in via provvisoria. Gli occhi, e gli auspici, sono puntati verso la struttura del College, idonea sia sul fronte normativo che sotto il profilo degli spazi.
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