Scuola, protesta dei sindacati per la riduzione delle ore di sostegno

UDINE. Nuovo botta e risposta fra Cgil e Csil e il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Daniela Beltrame. «Dopo il blitz unilaterale che modifica i parametri per l’assegnazione dei docenti di sostegno – spiegano i segretari regionali Natalino Giacomini e Donato Lamorte – ora il direttore non intende incontrarci per raggiungere un accordo sulla nuova formulazione».
Daniela Beltrame, che assicura di non aver ritoccato al ribasso il contingente, parla infatti di una riformulazione «frutto di una decisione presa consultando il Gilp che riunisce pure le associazioni dei disabili». In ogni caso, su un aspetto sono tutti d’accordo: è stata così messa mano ai criteri di assegnazione.
«Veniamo a sapere, senza esserne informati direttamente, di un'intesa tra Usp di Udine e Asl 4 Medio Friuli, e tramite l'Usr trasmessa agli ambiti provinciali, con cui si interviene ancora una volta sul rapporto, peraltro stabilito dalla legge nazionale 104/1992, tra docenti e allievi, questa volta con disabilità grave – spiegano ancora i due segretari –. Se fino a oggi tale rapporto era di un docente ogni alunno disabile, con l'intesa si suddivide la disabilità grave in due fattispecie: quella grave straordinaria e quella eccezionale, assegnando rispettivamente alla prima un rapporto di un docente ogni due alunni e alla seconda un rapporto di un docente per alunno».
«Qui si tratta di tutelare il diritto degli alunni disabili ad avere il giusto sostegno ai fini della loro integrazione – aggiungono Giacomini e Lamorte – perché il documento predisposto dall'amministrazione è restrittivo, cioè produce meno sostegno di quanto le norme dispongono. Questi dubbi sono stati presentati al direttore regionale che però finora non si è degnato di rispondere».
A mettere fine alla querelle, secondo i sindacalisti, potrebbero essere le associazioni dei disabili: «Basterebbe dar voce alle famiglie degli alunni diversamente abili che più volte hanno tentato di avere una qualche risposta dall'Usr rispetto alla riduzione delle ore assegnate in questi ultimi due anni ai loro figli. Purtroppo però finora tali risposte sono state ottenute solo di fronte a un giudice. Ci pare si possa fare meglio e di più di quanto fatto dall'amministrazione scolastica, posto che si tratta di ragazze e ragazzi per i quali la scuola non è solo il luogo dove ci si istruisce ma rappresenta una vero e proprio momento di integrazione alla vita sociale e alle prospettive future».
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