Scritte offensive sulla targa in ricordo di Andreas, morto a 20 anni. La madre: "Un gesto da evitare"

Un grave atto di inciviltà ha interessato la targa dedicata ad Andreas Kropiunig, il ragazzo gemonese morto improvvisamente nel 2011. La società sportiva Gemona basket volle dedicare il campo da basket che si trova nel parco di via Dante Alighieri.

GEMONA. «Andreas stava bene a Gemona e diceva che non avrebbe mai voluto andarsene da questo posto. Così è stato».

E Andreas non se ne andrà da Gemona, neppure dopo che qualcuno ha lasciato delle scritte indegne sulla targa che lo ricorda, accanto al campo di basket di via Dante. Un grave atto di inciviltà quello che nei giorni scorsi ha interessato la targa dedicata ad Andreas Kropiunig, il ventenne gemonese venuto a mancare improvvisamente nel 2011 e al quale la società sportiva Gemona basket, in accordo con l’amministrazione comunale di allora, volle dedicare il campo da basket che si trova nel parco di via Dante Alighieri. Proprio per questo, dal 2011, su una delle placche di cemento che sostengono l’illuminazione del campo, campeggia la targa con la scritta “Campetto Andreas Kropiunig. A un angelo biondo che ha solo saltato più in alto di tutti. Fino in cielo».

La targa in memoria di Andreas
La targa in memoria di Andreas


Su quella targa, qualche mano sgradevole ha lasciato delle scritte oscene, ma quell’atto non è passato inosservato e la prima ad accorgersene è stata la sorella di Andreas, Ceejay, che ha denunciato il fatto sui social network e poi si è subito preoccupata di pulire quelle brutte scritte. La questione ha sollevato subito la discussione sui social e alla fine anche la madre di Andreas, Claudia Kropinuig, ha voluto intervenire, definendo «ignobile» quell’atto: «Ci ho pensato un po’ prima di farlo – racconta Claudia –, ma poi ho deciso che era giusto intervenire: non mi interessa condannare qualcuno, che forse ho anche già perdonato. Conosco i ragazzi, ci lavoro in qualità di operatrice scolastica, e conosco le loro marachelle, ma quelle cose non si fanno. Noi genitori dobbiamo educare i ragazzi e dire loro che certe cose non si devono proprio fare».

Andreas aveva 20 anni quando è mancato: una forma di tumore risultata subito incurabile se l’è portato via in appena quattro mesi, nel 2011. Era stato studente all’Isis d’Aronco e in quel periodo aveva appena iniziato a lavorare alla Bacco di Artegna. Aveva una grande passione per la pallacanestro, giocava nel Gemona basket e passava buona parte del suo tempo libero in quel parco di via Dante, con la palla e il canestro. «Io con i ragazzi ho un rapporto quotidiano – spiega la mamma Claudia Kropiunig – per il lavoro che faccio nelle scuole. Anche il palazzetto dello sport, dove è appesa la maglietta di Andreas, mi porta a ricordare ai ragazzi quanto sia importante trattare bene le cose pubbliche e non rovinarle. Andreas era arrivato dall’Austria a Gemona già da dieci anni quando è mancato. Mio figlio si adattò molto bene in questa città e diceva sempre che non avrebbe mai voluto andarsene da Gemona. Come poi è stato».
 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto