Scoperto un forno del ’700 durante i lavori all’osteria

MERETO DI TOMBA. La nicchia di un forno del 1700 che ha funzionato fino ai primi decenni del ’900 ha consegnato alla storia dell’osteria “Alla Campana” di Mereto di Tomba un messaggio scritto in bella calligrafia su un lacerto di cartone con in alto la data “12.8.1933”, poi sotto il cognome e nome “Ferino Augusto” e, ancora a capo, la laconica frase “chiuso il forno”.
Accanto un cucchiaio rotto, una piccola bottiglietta di vetro, un bicchiere sempre in vetro, sbriciolato dal tempo e del quale è rimasto solo il fondo.
Tutto questo è venuto alla luce una decina di giorni fa durante i lavori di ristrutturazione conservativa dell’osteria in uno spazio ristretto dove si trova la “campana” in mattoni, che funge da cappa al focolare realizzata agli inizi del Novecento su calco di una campana vera, che è stata ancorata, è il caso di dire, miracolosamente fino a oggi con filo di ferro a travi di legno.
Gli attuali proprietari dell’antica osteria – dal 1727 e stata sempre aperta e attiva con il passaggio di soli quattro gestori – da cinque anni hanno avviato una lunga attività di ristrutturazione; pochi giorni fa la scoperta del forno, che prende tutta una parete di poco più di due metri.
Profuma di storia il manufatto che dovrebbe essere unico nel suo genere in Friuli, mantenuto in perfetto stato. Alla sua sinistra una prima apertura con all’interno una curvatura a vela ottenuta con un incastro di mattoni refrattari anneriti dove probabilmente venivano cotti pane e cibo. Il fumo veniva convogliato in una specie di sovrastante cappa incanalandolo in un camino.
Accanto, una nicchia sempre ad arco con i mattoncini perfettamente puliti. Qui, in questa specie di “scaldavivande”, è stato trovato il messaggio di “Ferino Augusto”, che il 12 agosto 1933, forse consapevole che stava murando un pezzo di storia, ha voluto lasciare un suo segno.
La cosa più sorprendente è una specie di foro sovrastato da un anello di pietra vicino alla nicchia che poteva servire, forse, a sorreggere una possibile pentola in coccio.
Una struttura così ben conservata che emana ancora il profumo del tempo, colpisce la sua contemporanea concezione di forno che riscalda uno spazio adiacente per induzione e che mantiene nel suo calore il cibo in un contenitore.
Forno “composito” che i primi anni del ’900 ha dato posto al focolare basso sovrastato da una cappa a forma di campana. Da qui il nome dell’osteria.
Per il titolare Gianluca Furlan, 42 anni, tre figli, una passione per le tradizioni, per la valorizzazione della cultura locale, il ritrovamento è stato una grande emozione.
Conserva gelosamente i reperti del messaggio che "Ferino Augusto" ha trasmesso a memoria del momento in cui celava il luogo fulcro della vita familiare di allora.
L’aspetto esterno e interno del forno evoca momenti di vita familiare semplice, di calore umano, di affetti. Sembra di sentire il crepitio delle fiamme e il profumo del pane. Magica testimonianza di un tempo passato.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto