Schiacciato dalla gru che manovrava Operaio di 46 anni muore alla “Norio”

È rimasto schiacciato da una gru a bandiera alta due metri e mezzo e pesante 120 quintali mentre stava lavorando nella ditta meccanica Norio di Maniago, nella quale lavorava da trent’anni. Per Nevio Bruna, 46 anni, residente nella città del coltello, non c’è stato nulla da fare: è morto sul colpo. Lascia il fratello, la figlia Giada, la compagna Maria Cristina.
L’incidente si è verificato intorno alle 6 di ieri: Bruna era solo in azienda. Era sempre il primo ad arrivare, come hanno ricordato i colleghi. È stato uno di questi a trovarlo privo di vita. Da quanto si è appreso, la gru stava sollevando un pezzo in acciaio da lavorare su un macchinario, quando si è inclinata e quindi rovesciata, colpendo e poi schiacciando all’addome il 46enne.
Nonostante la rapida mobilitazione dei soccorsi, i traumi riportati erano troppo gravi: non c’è stato nulla da fare. Sul posto sono intervenuti il personale del 118, i vigili del fuoco, i carabinieri della stazione di Maniago e gli ispettori dell’Aas5. In seguito al sopralluogo del pm Federico Facchin, è stato disposto il sequestro del sollevatore.
La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Sarà disposta l’autopsia, di cui si occuperà il medico legale Barbara Polo Grillo, mentre proseguiranno gli accertamenti tecnici sul macchinario per chiarire la dinamica dell’infortunio mortale. Bruna era un lavoratore attento e scrupoloso: svolgeva, peraltro, quella mansione da anni. I tecnici dello Spsal stanno cercando di ricostruire perché la gru sia caduta, come sia stata utilizzata e se l’attrezzatura dovesse essere o meno fissata al pavimento della fabbrica. In fase di accertamento anche la dinamica nel suo complesso.
Da quanto si è appreso, la bobina che doveva essere trasportata non si è mossa, è la gru che è caduta addosso al 46enne. Una volta raccolti tutti gli elementi, il quadro comunque potrà essere più chiaro.
In fabbrica ha effettuato un sopralluogo anche l’avvocato Antonio Malattia, che cura gli interessi della azienda e del suo titolare, Corrado Norio. Il legale ha sottolineato che la lavorazione veniva eseguita da anni dall’operaio senza che si fosse mai verificato nessun problema.
«Resta da capire cosa sia stato fatto di anomalo per provocare il rovesciamento – ha osservato l’avvocato Malattia –. È un evento inatteso, si fatica a trovare una spiegazione, anche perché questa operazione è stata svolta da Bruna quando in fabbrica era da solo. Nessuno ha visto come è avvenuto l’incidente nel concreto. È la prima volta che alla Norio si verifica un infortunio. Sinora mai un graffio». Titolare e dipendenti sono molto provati: è un’azienda di piccole dimensioni, nella quale si sono creati fra tutti rapporti familiari. «Sicuramente da parte del mio assistito e dell’azienda ci saranno massima attenzione e collaborazione per ricostruire nel modo più preciso possibile l’accaduto – ha concluso Malattia –, con l’obiettivo di escludere che debbano mai ripetersi eventi tragici come quello odierno». —
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