Scavone condannato a 3 anni e 8 mesi per evasione, cade l'accusa di associazione a delinquere

CODROIPO. Tre anni e otto mesi di reclusione per l’ex presidente della Pallacanestro Trieste Luigi Scavone, accusato di evasione fiscale dalla Procura di Napoli per il giro di affari collegato alla società di lavoro interinarle “Alma” con sede a Codroipo. Oltre 70 milioni di euro, questa la somma contestata dagli inquirenti, frutto di un meccanismo truffaldino di compensazioni indebite. Una cifra da capogiro. Assoluzione piena, invece, per l’altra incriminazione, la più pesante: l’associazione per delinquere. Il pool di pm aveva chiesto complessivamente ben 12 anni e 2 mesi.
Si chiude così, con la sentenza del Tribunale partenopeo, il primo round sul clamoroso caso giudiziario che l’anno scorso aveva investito il numero uno dell’Alma. E con lui migliaia di appassionati triestini, rimasti per settimane e settimane con il fiato sospeso per il futuro della squadra di basket.
Sulla vicenda aveva indagato per mesi la Guardia di Finanza di Napoli. Nei guai erano finiti anche altri presunti complici di Scavone. La Procura, infatti, aveva contestato l’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati fiscali. Dopo le indagini era scattato l’arresto. I finanzieri avevano sequestrato ville, cinque milioni di euro in contanti, quadri, Rolex, auto di lusso, uno yacht di 17 metri, lingotti d’oro e gioielli. Beni che, secondo i magistrati, derivavano dall’attività illecita ed erano riconducibili ai principali indagati del caso Alma, tra cui proprio Scavone.
L’ex numero uno di Alma era stato subito portato in cella a Poggioreale, da cui poi era uscito all’inizio dell’estate dell’anno scorso in seguito agli interrogatori resi ai magistrati. Successivamente Scavone era finito ai domiciliari.
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