San Vito, un altro progetto per l’allevamento di polli

SAN VITO. La società agricola Zarattini, che ha sede in località Patocco, a Prodolone di San Vito, ha presentato al servizio Valutazione di impatto ambientale della Regione un progetto per la costruzione di un nuovo allevamento avicolo di polli da carne (broiler) in località Torricella.
Qualora l’azienda, una volta ottenuta l'autorizzazione regionale, decidesse di procedere con l’investimento, l’allevamento sarebbe composto da cinque capannoni. Non è la prima volta che la Zarattini presenta al servizio Via regionale progetti di ampliamento dei propri stabilimenti o di costruzioni ex novo nel Sanvitese.
Il nuovo progetto prevede una presenza media di 208.175 capi per ciclo produttivo, in cinque capannoni di circa 2 mila 100 metri quadri ciascuno. I polli verrebbero allevati a terra. All'esterno sorgerebbero strutture accessorie quali silos mangimi, deposito attrezzi, uffici, pesa e altro. In realtà, come spiega il titolare, l’imprenditore Stefano Zarattini, ciò farebbe parte «del completamento dei capannoni che già abbiamo a San Vito». Sono dieci, a Prodolone: il numero di capi allevati annualmente è al di sotto del massimo consentito («dai cento ai duecento mila polli all'anno», riferisce il titolare). Anche nel nuovo impianto non si raggiungerebbe la quota massima summenzionata. «Il numero dipende dall’andamento del mercato - osserva Zarattini -. Ma il futuro non è sfruttare il numero massimo di capi concessi dalle autorizzazioni: è invece garantire ai polli più metri per il loro benessere, che significa qualità finale per il consumatore».
Il fatto che, negli ultimi anni, siano state ottenute più autorizzazioni regionali a ampliamenti (per esempio, per un allevamento nella vicina Sesto al Reghena), non significa che tutte si concretizzeranno: «Sta a noi poi decidere dove effettuare l'investimento, secondo le possibilità e dove lo riterremo più opportuno». Completare la filiera significherebbe però fare un ulteriore passo avanti. «In Friuli non esistono più macelli per i polli, quando un tempo erano dieci - continua Zarattini -. Un domani, per essere competitivi, servirà anche una simile struttura. Significa fare in modo che il pollo nasca e venga allevato, macellato e distribuito in Friuli».
La filiera completa significherebbe elevare la qualità del prodotto. «Sarebbe positivo che qualcuno investisse in un macello, magari non è detto che anche noi, in futuro, non possiamo pensarci».
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