Saluto romano come antivirus, il caso alla ribalta nazionale

Post pubblicato anche dal senatore di Fratelli d’Italia La Russa che poi lo cancella Nadalini chiede scusa: frase goliardica contro la discriminazione verso i cinesi

CODROIPO. Alla fine, ha chiesto scusa. A chi si è sentito offeso da un post «goliardico». E al suo partito, Fratelli d’Italia, che ora da lui prende alla svelta le distanze. «L’ha fatta grossa» dicono i vertici regionali che si riuniranno in settimana per decidere se invitarlo a fare un passo indietro o no. L’assessore alla Protezione civile di Codroipo Andrea Nadalini, che ha invitato a «fare il saluto romano» per evitare il contagio dal Coronavirus, bolla la vicenda «come una cavolata».

Ma è troppo tardi. Perché il caso è uscito dai confini del Medio Friuli ed è stato ripreso dalla stampa nazionale, in primis dal Fatto Quotidiano. Non è nemmeno farina del sacco di Nadalini, il post.

L’aveva condiviso pure il vicepresidente del Senato di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa: lui però si è pentito e l’ha tolto subito («forse sul virus l’ironia potrebbe suonare fuori luogo» ha scritto ravvedendosi in fretta) dando anzi la colpa a suo collaboratore, l’assessore codroipese, invece, solo dopo molte ore e dopo che la polemica divampava infiammando social e imbarazzando la giunta Marchetti. Scivoloni, o altrimenti detti «effetti collaterali» come li ha dipinto con efficacia il giornalista direttore del tg di La7 Enrico Mentana. Nadalini incassa, ma fino a un certo punto.

Poi, rompe il silenzio e si sfoga sulla sua pagina Facebook: «Ho condiviso un post goliardico (che girava sul web) per sdrammatizzare una situazione di allarmismo e di discriminazione nei confronti dei tanti cinesi presenti in Italia e anche a Codroipo, tra l’altro abito sopra un centro massaggi e a fianco al loro appartamento, quindi ci mancherebbe.

Ovviamente, mi riferivo al saluto romano dei gladiatori e dei Cesari: non è colpa mia se i soliti noti, per un giorno di notorietà, al grido dell’antifascismo da osteria, vedono ovunque il ritorno del Ventennio. Io rispondo di quello che scrivo, non di quello che altri, in mala fede, comprendono o cercano di travisare, solo per tentare di denigrare la mia persona e il mio ruolo amministrativo.

Invita a fare il saluto romano per evitare il contagio da virus: è bufera sull’assessore

Chiedo comunque scusa a chi si è sentito offeso e a tutti coloro ai quali ho creato disagio, dal mio sindaco in primis, ai colleghi di giunta e Consiglio». Il sindaco attende che sia il suo partito a chiedergli di fare un passo indietro. «È un problema che deve risolvere Fratelli d’Italia, in ogni caso io non ho ricevuto una telefonata di scuse e il post è rimasto lì a lungo» tuona Marchetti che non nasconde l’insofferenza. Perché il suo assessore, che lo scorso giugno aveva dato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella del «pagliaccio» e del «venduto», ci è ricascato.

Il segretario del Pd Giuseppe Damiani citando l’articolo 54 della costituzione italiana “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore” commenta: «Non crediamo che un consigliere comunale possa venir meno a questo obbligo. Non si tratta di gravi colpe per aver minimizzato goliardicamente un problema sanitario ma bensì contro la Costituzione fondata su principi antifascisti. La maggioranza di Codroipo non riconosce i valori dell’antifascismo. A chi governa Codroipo evidentemente il senso civico e democratico non interessano». La parola, ora, spetta dunque ai vertici regionali di Fdi. Le scuse di Nadalini, forse, questa volta non basteranno.



 

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