Salme esumate senza avviso a Udine, arrivano i cartelli informativi al cimitero
L’assessore Toffano: «Interverremo per migliorare la comunicazione». La consigliera Palmisciano: «Quello che è capitato non deve più succedere»
Una cosa è la norma, che regola l’attività di un ente locale. Altra cosa è il buon senso necessario, in determinati casi, per la sua applicazione.
Caso emblematico quello delle esumazioni dal cimitero di San Vito, con il Comune che ha seguito alla lettera il Regolamento di polizia mortuaria senza però avere la sensibilità di avvisare uno a uno i parenti più prossimi delle circa 900 persone disseppellite.
Il caso è stato sollevato da alcuni cittadini, indignati per il modus operandi del Comune, essendosi recati in cimitero senza più trovare la tomba dei propri cari nel campo comune Zeta.
L’assessore competente Rosi Toffano, in prima battuta, si è difesa ricordando come gli avvisi delle esumazioni abbiano trovato posto sul sito web del Comune, nell’albo pretorio e nella bacheca del custode del cimitero per un periodo superiore a sei mesi, come previsto dal Regolamento.
Poi, però, ha “aperto” a un miglioramento dell’iter sul fronte della comunicazione ai cittadini: «Non ritengo necessario modificare il regolamento (che risale al 2005 ndr), che prescinde dalle modalità di informazione dei cittadini – ha chiarito – piuttosto intervenire per affinare la comunicazione».
Il Comune, infatti, è al lavoro per implementare il sistema informatico in modo da far incrociare i dati dell’ufficio anagrafe con quelli dei servizi cimiteriali, potendo così raggiungere con facilità i parenti dei defunti.
In tal modo potranno essere evitati casi simili a quelli portati alla luce da Luigi Pellizzoni, Roberto e Giovanna Simonetti. Per loro non trovare più la tomba dei propri cari e sapere che i resti sono stati gettati in una fossa comune, ha rappresentato un vero e proprio choc.
Gli avvisi pubblicati dal Comune per le esumazioni delle salme seppellite tra il 19 febbraio 1993 e il 6 febbraio 1996 sono stati due: il primo rimasto online e nelle bacheche tra il 25 maggio 2022 e il 30 agosto 2023, il secondo dal 19 marzo al 19 aprile 2024.
Senza istanze da parte dei parenti più prossimi, il Comune ha provveduto a depositare i resti nell’ossario comune. Un’operazione anticipata, come precisato dalla stessa Toffano, dal posizionamento di una serie di cartelli con le informazioni utili nelle vicinanze del campo comune Zeta.
Questo però non è bastato a evitare le polemiche, con i parenti degli esumati che si sono lamentati anche per le caratteristiche della fossa comune, «un tombino privo di qualsiasi indicazione della sua funzione e tantomeno dei nomi delle persone lì gettate, su cui la gente cammina ignara».
La vicenda è destinata ad avere un seguito pure sul piano politico, visto che la vicepresidente del consiglio comunale, Raffaella Palmisciano (Lista Fontanini) ha già annunciato di voler presentare un’interrogazione urgente per chiedere spiegazioni alla giunta e all’assessore Toffano.
«Quello che è capitato – ha chiuso la consigliera di opposizione – non è accettabile e non deve più succedere».
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