Sacile dice addio a Fregoli, l’ingenere dal cuore verde

Ha firmato tanti progetti nella sua città. Appassionato ambientalista, è stato presidente dei naturalisti: sognava il bosco urbano

Chiara Benotti
Mario Fregoli aveva 84 anni
Mario Fregoli aveva 84 anni

Ambientalista appassionato, ingegnere di professione negli anni d’oro dell’imprenditoria liventina, presidente dell’Associazione naturalisti a Sacile e molto di più: Mario Fregoli è morto a 84 anni e lascia una forte eredità morale alla città. A partire dal polmone verde del Bosco urbano progettato e proposto per Sacile.

«Siamo profondamente addolorati: abbiamo perso un grande presidente». Roberto Pavan “padre” delle oasi naturali delle Smorte nel fiume Livenza, con gli altri naturalisti e il sindaco Carlo Spagnol hanno dato voce al cordoglio. «L’ingegnere e il naturalista erano la doppia anima di Mario Fregoli – ha ricordato l’amico Pavan –. Abbiamo ancora in sospeso la prima acquisizione del Bosco urbano in città: la sua “visione” della città vivibile è un progetto che andrà avanti».

Il presidente dei Naturalisti si era laureato in ingegneria elettronica nel 1969 nell’ateneo di Bologna, aveva insegnato all’Ipsia a Sacile, aveva militato nell’area politica del centro-sinistra socialista e si era poi dedicato alla libera professione aprendo uno studio associato. Tra le opere, ha firmato il villaggio Fontana a Cornadella e altri insediamenti di alloggi di case a schiera.

«Ricordiamo Mario Fregoli, già presidente del consiglio di disciplina dell’Ordine degli ingegneri di Pordenone – le parole di Vittorio Bozzetto, presidente dell’Ordine – per l’elevato valore professionale e soprattutto umano dimostrato nel corso della lunga carriera. La sua figura si è distinta per equilibrio, autorevolezza e dedizione al servizio della categoria, guidata sempre da un profondo senso etico e da un costante impegno per la tutela della professione».

La sua vocazione ambientalista non faceva sconti sul futuro “verde” di Sacile, da costruire e consegnare alle nuove generazioni. «Il progetto Bosco aumenterà il tasso di ossigeno e la bellezza urbana nell’area del rio Paisa e nel cuneo tra le due ferrovie Venezia-Udine e Sacile-Maniago – aveva spiegato in municipio –. Purtroppo notiamo un rallentamento nell’iter: la nostra sollecitazione è cortese ma ferma».

E adesso altri dovranno portare avanti, con la stessa competenza e lo stesso risoluto garbo, quel progetto a beneficio della comunità. Mario Fregoli lascia la moglie Tiziana, i figli Paolo, Antonio e Claudia con la famiglia e tanti amici a cui mancheranno la sua competenza e la sua visione: l’ultimo saluto all’ingegnere verrà dato mercoledì 17 settembre, nella “Casa degli angeli”, in via Bandida alle 16.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto