Ruotolo: “Ho sbagliato a non dire subito che ero sul luogo del delitto”

PORDENONE. «Ho sbagliato a non dire subito che ero lì». Sono le uniche parole che ha pronunciato Giosuè Ruotolo al momento dell’arresto.
«Lì» è il parcheggio del palazzetto dello sport in via Interna. Quello dove sono stati barbaramente uccisi il 17 marzo scorso Teresa Costanza e Trifone Ragone.
Fino al 23 settembre il 26enne caporalmaggiore di Somma Vesuviana non aveva mai rivelato agli inquirenti la sua presenza sulla scena del crimine.
«Temevo per la mia incolumità e per le ripercussioni sul concorso per entrare nella Guardia di finanza», giustificherà poi così il suo silenzio. Lo ha assalito un pentimento tardivo.
Aveva appena finito il suo turno di lavoro alla caserma Mittica e si era ritirato nella sua stanza.
I carabinieri del comando provinciale e del Ros si sono presentati al cancello e quindi, nel suo alloggio, gli hanno notificato l’ordinanza del gip Alberto Rossi, su richiesta dei pm Pier Umberto Vallerin e Matteo Campagnaro.
Soltanto un breve tremito ha accompagnato la lettura della formula di rito. Poi il giovane militare di Somma Vesuviana ha ripreso il controllo di se stesso.
Ruotolo ha raccolto i suoi indumenti e ha seguito docilmente i carabinieri, che lo hanno accompagnato immediatamente al carcere di Belluno.
I cancelli del penitenziario si sono chiusi sui suoi progetti per il futuro, che fino a qualche settimana fa ancora coltivava, domandandosi che cosa fare dopo la chiusura dell’esperienza militare ad agosto.
Già questa mattina lo raggiungerà in carcere il suo legale di fiducia, l’avvocato Roberto Rigoni Stern.
«L’arresto del mio assistito ci coglie completamente di sorpresa perché sono passati sei mesi dall’iscrizione nel registro degli indagati e non capiamo quali circostanze possono essere mutate rispetto ad allora per giustificare questo provvedimento», ha dichiarato l’avvocato Rigoni Stern.
Per quanto la svolta sia stata improvvisa, il legale di Ruotolo aggiunge però che «già da settembre sentivamo che era nell’aria una misura restrittiva, con un capo d i imputazione simile è inusuale rimanere a piede libero, anche se la nostra speranza è sempre stata ed è tuttora quella di arrivare a un processo in stato di libertà».
Rigoni Stern annuncia l’immediato ricorso al tribunale del Riesame. «Paradossalmente – prosegue l’avvocato di Ruotolo – ci fa uscire da una incredibile situazione di sospensione in cui eravamo tenuti dalla fine del mese di settembre, senza poter accedere in alcun modo agli atti dell’inchiesta.
Appena letta la motivazione con cui il gip ha accettato la proposta di arresto giunta dalla Procura presenteremo immediata istanza al tribunale del Riesame di Trieste affinché Ruotolo torni immediatamente in libertà».
Dopo il primo colloquio con il suo assistito in carcere a Belluno stamattina e l’acquisizione dell’ordinanza del gip, scatterà l’attività difensiva.
«Ora potremo cominciare a fare veramente il nostro lavoro – sottolinea Rigoni Stern –. Avremo modo di concentrarci sull’attività difensiva, partendo dal presupposto che le prove si costruiscono nelle aule dei tribunali.
Avremo modo di analizzare punto per punto i dati in possesso dell’accusa e che hanno motivato l’assunzione di un provvedimento restrittivo nei confronti di Ruotolo.
Siamo sempre più persuasi di poter dimostrare la sua estraneità ai fatti e proprio l’accesso agli atti ci garantirà un contradditorio e la spiegazione ai punti interrogativi sollecitati dall’accusa».
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