Rumori troppo forti in un’azienda di Feletto, il caso finisce all’Arpa

TAVAGNACCO. Continua tra il profondo dissenso dei residenti l’attività della Casini srl di Feletto, l’azienda di rottami ferrosi che da anni suscita le proteste degli abitanti della frazione, disturbati dal rumore provocato dalla movimentazione del ferrame lavorato nello stabilimento. Già raggiunta da varie ordinanze comunali, su segnalazione dei cittadini, a causa dello sforamento dei limiti acustici, la Casini ha fatto ricorso al Tar.
Il Comune, che si ritrova a far da “cuscinetto” tra le legittime richieste dei residenti e il diritto dell’azienda a proseguire la sua attività (tra l’altro precedente all’edificazione dei condomini nelle limitrofe vie Dolomiti, Cadore e Udine), attende ora l’esito della recente misurazione dell’Arpa.
«Con questo rumore è come se vivessimo praticamente in fabbrica. La ditta continua a operare in modo scriteriato e il Comune non fa niente – denuncia Roberto Contessi, uno dei residenti –. Non c’è volontà di risolvere la situazione, anzi è stato pure consentito di edificare un capannone nuovo che ha ulteriormente avvicinato l’attività alle nostre abitazioni».
E non solo: recentemente il Comune ha venduto alla Casini un parcheggio, all’interno della lottizzazione, non utilizzato dai residenti, con cui la ditta non intende ampliare l’attività bensì realizzare, specifica il sindaco Maiarelli, una ulteriore barriera naturale che mitighi l’inquinamento acustico.
Circa l’indagine fonometrica che potrebbe portare a una parziale inibizione dell’attività nell’area nord, il sindaco Maiarelli conferma che si è tenuto un incontro tecnico tra Casini e Arpa per concordare i giorni del controllo, poi avvenuto la scorsa settimana.
«Peccato che in quel momento la ditta invece di movimentare lastre di ferro portasse in giro trucioli con il ragno cingolato», riferisce Michelangelo Giumanini, presidente del comitato Vivi Tavagnacco, al quale aderiscono oltre 100 residenti nelle vie Cadore e Dolomiti. Il comitato chiede soluzioni per far coesistere le due realtà a Feletto, evitando anche la svalutazione del patrimonio immobiliare della zona residenziale.
«Perché è stato permesso di costruire intorno alla Casini – chiede Giumanini –? I cittadini hanno diritto di dormire sonni tranquilli, invece anche a finestre chiuse capita di sentire “tuoni” che fanno anche vibrare i vetri delle finestre»
Oltre al rumore preoccupa il materiale ferroso spostato con le gru, «le eventuali polveri provenienti da vernici e ruggine, il potenziale inquinamento della falda acquifera. Il Comune è un muro di gomma, noi però vogliamo risposte».
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