Ristoratori imbufaliti: pausa pranzo sacra, così ci fanno chiudere

UDINE. Il Comune faccia un passo indietro sulla decisione di offrire la sosta gratuita dalle 13 alle 15 nei parcheggi in struttura e non più in quelli a raso. A chiederlo a gran voce sono i titolari dei pubblici esercizi, per i quali la pausa pranzo rappresenta una delle fasce in cui si lavora meglio, grazie anche alla possibilità di usufruire degli stalli gratis dalle 13 alle 14.30.
«Molta gente si ferma proprio sfruttando questa opportunità: è comodo, si lascia l’auto vicina e si consuma un pasto veloce - osserva il titolare dell’Osteria ai Barnabiti -. Va bene incentivare i parcheggi sotterranei, ma ci lascino almeno la pausa pranzo. È un servizio per la città, un modo per avvicinare al centro storico».
Anche Roberto Ferro della “Buca di Bacco” ritiene che gli stalli blu a pagamento anche in quella fascia oraria penalizzeranno le attività economiche del centro: «Se dovranno pagare molti nostri clienti non verranno». Non si discosta di molto il commento di Luca Rizzi, del Quinto Recinto.
«Tante persone approfittano, proprio perché non si paga, per raggiungere il centro e mangiare un boccone - sottolinea Rizzi -. È una fascia in cui lavoriamo molto bene e questa nuova proposta temo si tradurrà in un danno per noi esercenti, che verremo tagliati fuori a discapito di situazioni dove si trova parcheggio con più facilità».
Scelta da bocciare anche al Leon d’Oro: «Già i parcheggi sono pochi, ora non solo saranno più cari - afferma Anna Venturini -, ma si pagherà comunque un’ora e mezza in più. Penso anche a chi lavora in centro e non credo incentiverà le nostre attività economiche, anche perché molte strutture sono sempre piene».
Dello stesso avviso anche al Contarena, dove i titolari pensano che la decisione penalizzerà esercizi, dipendenti e tutti coloro i quali vogliono accedere al centro storico. «Il cuore di Udine dovrebbe essere più accessibile, anche agli anziani, o è chiaro che si preferiscono i centri commerciali in cui non si paga nessun ticket».
A puntare il dito contro la decisione di palazzo D’Aronco anche Antonio e Massimiliano Sabinot, del Vitello d’Oro.: «Una vergogna. Una decisione più assurda e sbagliata non la si poteva assumere - commentano -: il centro già così di per sé soffre, farci perdere anche quelle due ore di lavoro è assurdo. Spero ci ripensino, o possiamo tutti quanti prepararci ad abbassare le serrande».
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