Ogni anno muoiono annegate 300 persone, il 12% sono ragazzi: i consigli per evitare le tragedie

I dati Istat, elaborati dall’Osservatorio dell’Istituto superiore di sanità. Circa la metà delle morti in piscina riguarda bambini con meno di 12 anni

Maura Delle Case
Ogni anno in Italia più di 300 persone muoiono annegate
Ogni anno in Italia più di 300 persone muoiono annegate

L’acqua esercita un’attrazione fatale su qualsiasi bambino e pochi secondi di disattenzione dei genitori - secondi, non minuti - possono essere fatali. Che sia al mare o in una piscina «un bambino piccolo che ha appena iniziato a camminare può rovesciarsi dentro e scomparire dalla vista in meno di 20 secondi».

A dirlo è Fulvio Ferrara, curatore del secondo rapporto dell’Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) pubblicato nei giorni scorsi.

Torna l’estate e la preoccupazione che accompagna tutti i genitori con bimbi piccoli (ma non solo) si ripresenta puntuale. Perché se l’acqua è, nella bella stagione, il passatempo più ambito dai piccini è anche un gioco potenzialmente rischioso. Lo dicono i numeri. E pure le cronache.

Bambino di tre anni cade in una piscina a Lignano, salvato dai bagnini: è in terapia intensiva
Una veduta del parco acquatico pubblicata sul sito della struttura di Lignano

L’ultimo episodio, in Friuli Venezia Giulia, risale a domenica 22 giugno: un bimbo di appena 3 anni sfugge all’attenzione della mamma e cade in piscina a Lignano. E’ salvo grazie all’intervento, fortuito quanto solerte, di una signora che al momento si trovava in vasca e che interviene in una manciata di secondi.

Un lieto fine a fronte di centinaia di epiloghi drammatici certificati, dati Istat alla mano, dall’Osservatorio dell’ISS: in Italia, ogni anno, più di 300 persone muoiono per annegamento e di queste il 12% delle vittime ha meno di 18 anni. Circa la metà degli annegamenti in piscina riguarda bambini con meno di 12 anni.



Adolescenti e maschi tra i più colpiti

Secondo i dati Istat analizzati dal rapporto ISS, tra il 2017 e il 2021 sono state 1.642 le vittime di annegamento, 206 delle quali tra 0 e 19 anni. Si tratta di circa 41 decessi infantili l’anno, con una netta prevalenza maschile (81%). Il tasso di mortalità è di 0,4 per 100.000 abitanti. Tra i bambini, la fascia 1-4 anni presenta un’incidenza maggiore rispetto a quella 5-9, ma è con l’adolescenza che i casi aumentano drasticamente, arrivando a rappresentare il 53,4% degli annegamenti in età pediatrica. “Nella maggior parte dei casi – si legge nel rapporto – i bambini non sanno nuotare, cadono accidentalmente in acqua o finiscono nella parte più profonda mentre giocano. Spesso accade perché sono sfuggiti alla supervisione dell’adulto”.

Cause di annegamento e la supervisione discontinua

Il rapporto riporta che, durante la sorveglianza, il 38% dei genitori si distraeva parlando con altri, il 18% leggeva, il 17% mangiava e l’11% parlava al telefono. Quasi la metà dei genitori (48%) era convinta che, in caso di pericolo, il bambino avrebbe fatto rumore o urlato. E oltre un terzo ha ammesso di lasciare il proprio bambino da solo in piscina per almeno due minuti.

«Instaurare un corretto rapporto con l’acqua è fondamentale per la crescita dei nostri bambini – sottolinea il direttore generale dell’ISS, Andrea Piccioli – e con alcune attenzioni si possono ridurre i rischi che inevitabilmente sono connessi a questo elemento. Uno speciale ringraziamento va alle Regioni, perché insieme a loro possiamo promuovere una prevenzione più efficace».

Il pesciolino Salvo

Tra le Regioni che hanno collaborato con l’ISS per sensibilizzare le famiglie sui comportamenti sicuri da tenere al mare, al lago o in piscina c’è anche il Friuli Venezia Giulia.

La collaborazione ha portato alla diffusione, sui canali social tanto dell’Iss che delle regioni partecipanti al progetto, di una campagna video animata da un pesciolino che guida i genitori alla scoperta dei comportamenti più corretti da tenere in contesti “acquatici”.

Le sette regole dell’ISS per la balneazione sicura

  • Scegliere sempre acque sorvegliate, con personale in grado di intervenire in caso di emergenza.
  • Non immergersi con mare mosso o in zone soggette a correnti di ritorno.
  • Rispettare la segnaletica e le indicazioni dei bagnini.
  • Sorvegliare costantemente i bambini, in acqua e nelle immediate vicinanze, soprattutto in piscine domestiche o private.
  • Favorire l’acquaticità fin da piccoli, attraverso corsi di nuoto e percorsi educativi.
  • Evitare di tuffarsi dopo mangiato o dopo esposizione prolungata al sole.
  • Mai tuffarsi da scogli o in acque sconosciute, dove la profondità può essere insufficiente.

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