Ristoratore si toglie la vita per la crisi

NS. Si è tolto la vita nel ristorante del quale da alcuni mesi era titolare, Alla Filanda di Brazzano, Mario Lo Re, notissimo pizzaiolo goriziano e personaggio caratteristico, benvoluto e stimato da tutti nel capoluogo isontino. A trovare il suo corpo è stato un conoscente che, entrato nella pizzeria verso le 19 di mercoledì (nonostante il locale fosse chiuso), ha fatto l’atroce scoperta e ha dato immediatamente l’allarme. Sul posto sono accorsi 118, polizia e carabinieri, ma per Lo Re, che nel prossimo ottobre avrebbe compiuto 69 anni, non c’era più nulla da fare.
Accanto al suo corpo è stata trovata una lettera, il cui contenuto è noto soltanto agli inquirenti e alla moglie del pizzaiolo. Si è saputo peraltro che nella missiva l’uomo ha spiegato i motivi del suo gesto, riconducibili alla situazione economica sfavorevole che l’aveva travolto.
Un’altra vittima della crisi, insomma. La notizia del tragico fatto si è subito diffusa a Gorizia dove Mario Lo Re, sposato, con due figli, aveva gestito in passato vari locali, cominciando da una piccola pizzeria in via Duca D’Aosta, per espandersi poi nella pizzeria Da Mario, all’angolo fra via Nazario Sauro e via Barzellini, che per anni è stato uno dei punti di ritrovo più frequentati del centro. Mario era diventato famoso per aver diffuso la “pizza doppia” e per aver inventato la “pizza sul taj” (il tagliere di legno con gli zoccoli). Tantissimi goriziani si recavano nel locale anche solo per il gusto di vederlo lavorare, instancabile com’era, e scambiare quattro chiacchiere con lui: gentile, simpatico, onesto.
Lo Re, appassionato sportivo, aveva sponsorizzato anche diverse squadre in occasione di tornei amatoriali. A un certo punto gli affari avevano tuttavia imboccato una china discendente e il pizzaiolo era andato a lavorare in Slovenia, all’Odeon, per poi riaprire un locale a Gorizia, la pizzeria “Al Museo”, in via Ascoli. Un’avventura durata qualche anno, ma che poi aveva dovuto abbandonare anche per la poco felice “location”, in una strada periferica e con pochi parcheggi.
Infine, lo sbarco nel Cormonese, dove aveva trasformato la vecchia “Alla Filanda” nella pizzeria Da Mario, sperando di rinverdire i fasti di una volta. Ma con i tempi grami che corrono un po’ per tutti, il tentativo non era andato in porto. I clienti non abbondavano e Mario – dovendo far fronte anche alle esigenze familiari – non riusciva a racimolare i soldi necessari per pagare l’affitto al proprietario dello stabile di Brazzano.
Le preoccupazioni, la delusione, quello scoprirsi fragili e impotenti di fronte alle difficoltà economiche, hanno portato alla disperazione il pizzaiolo fino ad indurlo a mettere in atto il tragico gesto. Il suo corpo è stato trasportato nell’obitorio del San Giovanni di Dio per essere sottoposto all’autopsia. I funerali saranno celebrati con ogni probabilità lunedì.
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