Rinviata la “cassa” alla Safilo: altri sei mesi a stipendio pieno

La direzione conferma la decisione di chiudere il sito entro il primo semestre. I sindacati: abbiamo chiesto tempo, l’azienda in parte ha accolto le nostre istanze
Martignacco 13 dicembre 2019. Scippero Safilo. Foto Petrussi
Martignacco 13 dicembre 2019. Scippero Safilo. Foto Petrussi

MARTIGNACCO. Lo stabilimento Safilo di Martignacco guadagna un po’ d’ossigeno. La chiusura, che il gruppo padovano dell’occhiale aveva previsto per l’inizio dell’anno, slitta potenzialmente fino a giugno.

Al tavolo che ieri ha riunito nella città patavina vertici aziendali e rappresentanti dei lavoratori, Safilo ha confermato la decisione di chiudere il sito aprendo però all’ipotesi di attivare la cassa integrazione per crisi “entro il primo semestre 2020” anziché a partire dall’inizio dell’anno come previsto inizialmente dal piano industriale. Ciò significa che i 235 lavoratori in forze a Martignacco potrebbero continuare a lavorare e percepire regolarmente lo stipendio per i prossimi sei mesi, prima di passare al trattamento di integrazione straordinaria.

Questo è quanto di nuovo è emerso ieri all’ennesimo incontro tra sindacato e azienda. Un incontro fiume, iniziato poco dopo le 9 e terminato quando ormai il sole era tramontato da un po’.

«Avevamo chiesto tempo e l’azienda in parte ha accolto questa nostra richiesta. Spostare la Cigs da gennaio a giugno significa da un lato garantire 6 mesi di stipendio pieno ai lavoratori e dall’altro darci tempo per cercare un investitore che sia disposto a rilevare il sito produttivo friulano» ha commentato Pasquale Lombardo di Femca Cisl Fvg a margine del tavolo al quale ha partecipato insieme ai colleghi di Filctem Cgil, Andrea Modotto, e Uiltec, Nello Cum.

«Ora proseguiremo il confronto a livello territoriale nei vari siti interessati, dopo aver fatto un passaggio dall’assemblea dei lavoratori». L’impegno è di concludere il nuovo giro di valzer entro il 14 febbraio e far convergere le eventuali intese nell’ambito di un accordo quadro da sottoporre al Mise, che tenga insieme le diverse realtà del gruppo, da Martignacco a Longarone passando per Padova. Se dunque sul fronte dei tempi Safilo si mostra disposta a discutere, non sembrano esserci margini per trattare sullo strumento di ammortizzazione.

L’unico possibile a sentire l’azienda, resta, per Martignacco, quello della Cassa integrazione straordinaria per crisi. Impossibile invece, l’attivazione di un contratto di solidarietà, che il gruppo dell’occhiale è disposto ad adottare per il solo sito di Longarone. Sarà sufficiente ad avvicinare le posizioni e giungere a un accordo il maggior tempo concesso prima di abbassare definitivamente la serranda alla fabbrica friulana? A deciderlo saranno i lavoratori nelle prossime ore.

I segretari regionali di Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec si preparano a riunirli in assemblea per comunicare loro le ultime novità e decidere quale linea adottare in vista del ritorno al tavolo e del rush finale di questa trattativa, fin qui tutta in salita.


 

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