Rinviata la “cassa” alla Safilo: altri sei mesi a stipendio pieno

MARTIGNACCO. Lo stabilimento Safilo di Martignacco guadagna un po’ d’ossigeno. La chiusura, che il gruppo padovano dell’occhiale aveva previsto per l’inizio dell’anno, slitta potenzialmente fino a giugno.
Al tavolo che ieri ha riunito nella città patavina vertici aziendali e rappresentanti dei lavoratori, Safilo ha confermato la decisione di chiudere il sito aprendo però all’ipotesi di attivare la cassa integrazione per crisi “entro il primo semestre 2020” anziché a partire dall’inizio dell’anno come previsto inizialmente dal piano industriale. Ciò significa che i 235 lavoratori in forze a Martignacco potrebbero continuare a lavorare e percepire regolarmente lo stipendio per i prossimi sei mesi, prima di passare al trattamento di integrazione straordinaria.
Questo è quanto di nuovo è emerso ieri all’ennesimo incontro tra sindacato e azienda. Un incontro fiume, iniziato poco dopo le 9 e terminato quando ormai il sole era tramontato da un po’.
«Avevamo chiesto tempo e l’azienda in parte ha accolto questa nostra richiesta. Spostare la Cigs da gennaio a giugno significa da un lato garantire 6 mesi di stipendio pieno ai lavoratori e dall’altro darci tempo per cercare un investitore che sia disposto a rilevare il sito produttivo friulano» ha commentato Pasquale Lombardo di Femca Cisl Fvg a margine del tavolo al quale ha partecipato insieme ai colleghi di Filctem Cgil, Andrea Modotto, e Uiltec, Nello Cum.
«Ora proseguiremo il confronto a livello territoriale nei vari siti interessati, dopo aver fatto un passaggio dall’assemblea dei lavoratori». L’impegno è di concludere il nuovo giro di valzer entro il 14 febbraio e far convergere le eventuali intese nell’ambito di un accordo quadro da sottoporre al Mise, che tenga insieme le diverse realtà del gruppo, da Martignacco a Longarone passando per Padova. Se dunque sul fronte dei tempi Safilo si mostra disposta a discutere, non sembrano esserci margini per trattare sullo strumento di ammortizzazione.
L’unico possibile a sentire l’azienda, resta, per Martignacco, quello della Cassa integrazione straordinaria per crisi. Impossibile invece, l’attivazione di un contratto di solidarietà, che il gruppo dell’occhiale è disposto ad adottare per il solo sito di Longarone. Sarà sufficiente ad avvicinare le posizioni e giungere a un accordo il maggior tempo concesso prima di abbassare definitivamente la serranda alla fabbrica friulana? A deciderlo saranno i lavoratori nelle prossime ore.
I segretari regionali di Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec si preparano a riunirli in assemblea per comunicare loro le ultime novità e decidere quale linea adottare in vista del ritorno al tavolo e del rush finale di questa trattativa, fin qui tutta in salita.
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