Il “suo” Pordenone calcio era fallito: nuova asta con ribasso del 20 per cento per i beni di Lovisa
Scadenza dei termini per presentare le offerte fissata per l’11 novembre: in vendita la villa di famiglia a Rauscedo e l’azienda agricola. Alla gara precedente la procedura si era chiusa senza nessun acquirente

Nuova asta per la vendita dei beni di Mauro Lovisa, con una base ribassata del 20 per cento dopo il primo tentativo dello scorso 29 luglio, andato deserto. Fissata una nuova data per la villa di famiglia, situata a Rauscedo, e l’azienda agricola produttrice di barbatelle.
A luglio scorso, alla chiusura della procedura, nessuna offerta era stata presentata, pertanto il liquidatore ha dovuto fissare una nuova vendita, abbassando il valore dei beni. I termini per partecipare e presentare un’offerta per rilevare le due proprietà, trascinate nel crac del Pordenone calcio, sono stati fissati per l’11 novembre. I beni procedono con due gare distinte e separate.
Il ribasso
Partita nell’asta precedente con un prezzo base di 560 mila euro, la villa di Rauscedo, dalla superficie commerciale di 578 metri quadrati, scende ora a 448 mila euro con un rilancio minimo di 5 mila euro e un deposito cauzionale di 44 mila 800 euro.
Un ribasso del 20 per cento, quindi, che è stato applicato anche all’altro bene personale di Lovisa, l’azienda agricola, valutata a luglio scorso 7,3 milioni di euro, base dalla quale partiva la vendita. Secondo la nuova stima, l’azienda agricola operante nel settore delle barbartelle è ora disponibile al prezzo di partenza di 5 milioni 840 mila euro, con un rilancio minimo di 10 mila euro e una cauzione di 584 mila euro.
I due beni
La villa privata di famiglia dell’ex patron del Pordenone calcio, è stata edificata negli anni Ottanta ed è una proprietà organizzata su tre piani. L’altro bene, l’azienda agricola, comprende un capannone di mille metri quadrati, utilizzato per lavorare e stoccare le barbatelle, poi terreni agricoli e vigneti. In vendita anche le macchine agricole utilizzate per la produzione, mobili, arredi e apparecchiature degli uffici. Tra gli aspetti più importanti, il requisito, unica a possederlo, che consente di mettere in commercio barbatelle certificate dal comparto fitosanitario della regione.
L’azienda è in liquidazione controllata dal 2024. Conta circa 25 lavoratori e anche per loro è un momento cruciale per il futuro. Nell’ambito delle procedure di liquidazione non esiste una norma che impegna chi acquisisce i beni a mantenere i livelli occupazionali. Attualmente, un ramo è in affitto a una società facente capo ai figli di Lovisa, questo per garantire la continuità della produzione.
Il contratto di fitto stipulato con il liquidatore lo scorso 22 marzo 2024, ha una durata di 3 anni, ma prevede il diritto di recesso a favore della procedura di liquidazione. Significa che nel momento in cui l’azienda agricola viene ceduta a un terzo, il contratto viene interrotto e chi subentra diventa a pieno titolo gestore. Fino ad allora si va avanti con le colture e la produzione, che non può essere fermata.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto