Rimpallo di competenze tra enti Intanto la strada rimane chiusa

Brugnera, monta la rabbia tra i commercianti: «Questa è una morte certa per le nostre attività» Prefettura, Comune e Regione si scaricano le responsabilità. Le crepe aumentano a vista d’occhio

BRUGNERA. Via Vittorio Veneto è chiusa ormai da sei giorni e al momento non ci sono ancora notizie di una possibile riapertura. Molti i disagi tra i cittadini e i commercianti, ma è la rabbia a farla da padrona in quanto c’è la percezione che nessun ente voglia prendersi la responsabilità di quanto sta accadendo o perlomeno abbia intenzione di intervenire.

I commercianti. «Questa è morte certa». Sono poche parole, dette da un negoziante che si affaccia sulla via chiusa, ma rendono bene l’idea del deserto che via Vittorio Veneto è diventata con la chiusura al traffico. «Non passa più nessuno – continua il commerciante –. La segnaletica è allarmante: tutti gli automobilisti si tengono al largo dal centro storico brugnerese e i cartelli che indicano che i negozi sono aperti sono piccoli e ridicoli. Questa per molti di noi suona come una dichiarazione di morte». Sottolinea un altro negoziante: «Questa è sempre stata una strada di passaggio, quindi lavoriamo con i cittadini di Brugnera, ma anche con gente che attraversa via Vittorio Veneto per raggiungere altri posti. Con la chiusura della strada tutti fanno percorsi alternativi e bypassano il centro storico».

La viabilità. Da qualche giorno i residenti hanno cominciato a notare il passaggio di numerose auto in senso contrario in via Cal di Porcia, strada parallela a via Vittorio Veneto, ma a senso unico. «Passano veloci come frecce – afferma una residente – evidentemente per far presto perché sanno che se incontrano qualcuno devono fare retromarcia dato che due auto non ci passano. Questa situazione è pericolosa, ho già avvisato i vigili urbani». La situazione si crea in quanto seguire le deviazioni comporta un allungamento notevole del tempo di percorrenza, quindi c’è chi taglia il percorso andando pericolosamente contromano. I cittadini chiedono a gran voce la presenza dei vigili o l’installazione di un semaforo per rendere la strada temporaneamente a senso unico alternato prima che ci scappi il ferito o peggio.

Lo sconforto e la rabbia. «Le crepe si vedono di giorno in giorno aumentare. Cosa hanno fatto negli ultimi anni gli esperti dell’università di Udine?». Questa è una delle domande più ricorrenti tra i cittadini di via Vittorio Veneto. «Non avendo mai avuto risposte dal Comune ho chiamato al telefono personalmente il prefetto – racconta una cittadina –. Mi ha detto che, essendo il Friuli Venezia Giulia Regione autonoma, per queste cose devo rivolgermi alla Regione. Abbiamo allora scritto al vicepresidente Sergio Bolzonello che ci ha risposto di rivolgerci al nostro Comune e che sarebbe stato eventualmente il Comune a rivolgersi alla Regione. Intanto di giorno in giorno le crepe aumentano». Da dicembre il fenomeno ha preso ad accelerare a un ritmo che sembra aumentare di giorno in giorno. I residenti vogliono rassicurazioni (nei giorni scorsi si è diffuso il timore di eventuali perdite di gas, che è già stato chiuso nei tre edifici dichiarati inagibili) e conoscere cosa il Comune o la Regione o l’eventuale altro ente competente intenda fare per risolvere la situazione. La faglia ormai si estende dal belvedere sino alla canonica: i cittadini hanno infatti notato crepe anomale sin nel parcheggio dell’asilo.

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