Riecco i tamburi allo stadio, ma serve l’autorizzazione

UDINE. I tamburi torneranno a scandire i cori dei tifosi bianconeri nelle gare che l’Udinese disputerà tra le mura amiche. A confermarlo è la Questura friulana, che si prepara dunque ad adottare il nuovo protocollo d’intesa sulla gestione dell’ordine pubblico negli stadi, firmato nelle scorse ore da Ministero dell’Interno, Ministero dello Sport, Figc, Lega serie A e Coni tra gli altri. Assieme alle percussioni saranno ammessi anche i megafoni, ma ogni tifoso potrà portare all’interno della Dacia Arena soltanto uno strumento o un amplificatore, dopo aver ottenuto l’autorizzazione dal Gruppo operativo sicurezza (Gos) della Questura.
Sì a tamburi a una sola battuta
Recita così il testo del protocollo: «Sono ammessi soltanto tamburi e megafoni quali strumenti sonori ed acustici. L’introduzione segue la medesima disciplina prevista per gli striscioni. Il Gos, valutato il contesto ambientale, rilascerà l’autorizzazione a condizione che: il numero sia proporzionato alla grandezza del rispettivo settore». In sostanza, tamburi sì, ma con moderazione: dovranno essere a una sola battuta e il proprietario dovrà essere preventivamente identificato dal Gos. La Questura precisa poi che ogni tifoso potrà portare in curva o negli altri settori dello stadio soltanto un tamburo o, in alternativa, un megafono.
Gli striscioni
La stessa Questura ricorda ai tifosi bianconeri che è necessario presentare una specifica richiesta per poter introdurre all’interno del Friuli gli striscioni. «I nullaosta sono stagionali e vanno dunque “rinnovati” – spiega il capo del gabinetto del questore, Stefano Pigani –. La comunicazione e il successivo nullaosta del Gos comportano l’inserimento nel database dell’Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive, consentendo allo striscione di essere accolto anche negli altri impianti di serie A in occasione delle trasferte».
Le novità
«L’impiantistica, sulla scia del percorso già intrapreso dalla Figc, viene ridisegnata anche con la revisione dei regolamenti finalizzata alla riduzione delle barriere ed alla responsabilizzazione degli utenti», prevede il protocollo d’intesa. Viene così adottato un processo di “normalizzazione” della fruizione degli stadi italiani, «nel quale comunque è riservata la facoltà, per determinate partite valutate a rischio dall’Osservatorio, di far valere alcune cautele già sperimentate negli ultimi anni».
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