Ricostruzione ma anche contestazione

UDINE. Nell’estate 1976 le visite dei politici erano all’ordine del giorno come pure le contestazioni dei Comitati delle tendopoli preoccupati per le condizioni in cui erano costretti a vivere i terremotati.
Nel mirino finì anche l’allora presidente del Consiglio, Giulio Andreotti. A Gemona venne contestato dalla gente al fianco della quale si schierò l’arcivescovo, Alfredo Battisti, rifiutandosi di entrare senza una delegazione di terremotati, nella caserma Goi dove si era rifugiato Andreotti.
Quella non fu l’unica contestazione contro il rappresentante della Dc perché a Tarcento, come scrisse don Duilio Corgnali in “Friuli un popolo tra le macerie”, una donna di 72 anni ammonì il presidente con un paio di zoccoli. Ma non solo perché, nella Perla del Friuli, racconta l’ex sindaco, Giancarlo Cruder, «una signora anziana molto attiva nella comunità, fermò il presidente e gli disse “brutto”.
Andreotti, al quale la battuta non mancava, non fece una piega: “Mi pare - rispose - che anche lei non sia una Venere”». A Tarcento continuano a raccontare questa storia per ricordare la battaglia contro la cancellazione delle frazioni scatenata dalla gente.
A Gemona, Andreotti, per evitare i terremotati, uscì da una porta posteriore, ma, scrisse sempre Corgnali, «fece in tempo ad ascoltare un vecchio alpino: «Mi chiamo Mario Zanattigh, ho passato vent’anni della mia vita fuori dai confini, ho lavorato tanto. Ero tornato al mio paese per restarci. Adesso attendo il visto per l’Australia: me ne vado, ma questa volta con tutta la famiglia».
La gente era stremata. Vivere in tenda era diventato impossibile soprattutto in previsione dell’inverno. Il terremoto di settembre azzerò tutto e concretizzò il modello Friuli. Tarcento fu il primo comune a ricevere gli aiuti di Comunione e liberazione.
«Nella prima area di espansione di Cl sorta in una proprietà della parrocchia - ricorda l’ex assesore Giacomo Cum - venne realizzata una scuola privata». Il 29 giugno 1976 senza gli studenti e gli insegnanti di Cl, presenti da giorni nel loro campo di soccorso e di lavoro, non sarebbe stato possibile organizzare la festa patronale.
La Messa venne celebrata dall’arcivescovo Battisti assieme ai sacerdoti della forania, alla presenza del commissario Giuseppe Zamberletti che confermò la conclusione della sua attività, e del presidente della Regione, Antonio Comelli, il quale non mancò di assicurare alla gente l’arrivo, per fine luglio, dei prefabbricati.
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