Ricorso al Consiglio di Stato per il maxi appalto delle pulizie

Continua la “lotta” per il maxi-appalto da oltre 86 milioni di euro per il servizio integrato di pulizie negli ospedali e nelle Aziende sanitarie della regione. Il Tar - come abbiamo riferito ieri...

Continua la “lotta” per il maxi-appalto da oltre 86 milioni di euro per il servizio integrato di pulizie negli ospedali e nelle Aziende sanitarie della regione. Il Tar - come abbiamo riferito ieri - ha stabilito che deve restare nelle mani della cooperativa friulana Idealservice e delle aziende isontina Minerva e altoatesina Markas, cioè dell’Associazione temporanea d’imprese che se l’era aggiudicato in via definitiva, lo scorso dicembre, ma la seconda classificata, che aveva aperto una vertenza legale, definendo il provvedimento «illegittimo» e chiedendone l’annullamento, non intende arrendersi.

Non appena è stata resa nota la sentenza del Tribunale amministrativo regionale del Fvg, infatti, la “seconda classificata” ha annunciato l’intenzione di ricorre al Consiglio di Stato. «Abbiamo appreso con stupore che è stato respinto il ricorso proposto dall’Ati Dussmann - Gruppo servizi associati contro l’affidamento del servizio integrato di pulizie per le aziende del servizio sanitario regionale del Friuli Venezia Giulia bandito dal dipartimento servizi condivisi», afferma l’avvocato Valeria Zambardi dell'associazione tra le imprese Gsa di Udine e il colosso europeo Dussman.

Le motivazioni della sentenza non hanno infatti appagato l'Ati Dussmann-Gsa, che sin da ora per il tramite del proprio legale Zambardi ribadisce di essere sempre più convinta della fondatezza dei motivi di ricorso.

«Gli elementi su cui fondiamo le nostre lagnanze sono oggettivi e difficilmente avremmo previsto una simile sentenza, mentre le motivazioni della controparte erano prive di ogni fondamento e sul punto il Tar le ha puntualmente respinte» afferma il legale, che poi aggiunge: «Pertanto proporremo sicuramente appello al Consiglio di Stato, e di un tanto abbiamo già dato comunicazione all’ente appaltante, convinti come siamo che la nostra offerta corrisponda a un servizio di elevata qualità e maggior risparmio per la collettività (più di 5 milioni di euro), e che la procedura sia stata in più occasioni gravemente viziata».

Sull’aggiudicazione da 62 milioni di euro, le stesse aziende avevano fatto appello anche al presidente della Regione, Renzo Tondo, che aveva quindi chiesto chiarimenti a Carlo Favaretti, allora dg dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Udine, da cui il Dipartimento servizi condivisi dipende. Il caso, nel frattempo finito anche al centro di un’inchiesta della Procura di Udine tuttora aperta e delegata ai carabinieri del Nucleo investigativo, aveva così portato alla nomina di una commissione “speciale” per la verifica degli esiti della gara.

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