Riapre a settembre l’hotel di villa Ottoboni un pezzo di storia dimenticata della città
Geturhotels (di proprietà del guppo veneto Zanchetta) ci crede e, il 18 settembre, in concomitanza con Pordenonelegge, riapre l’albergo di villa Ottoboni, ma solo con servizio di prima colazione per gli ospiti. L’ufficialità l’ha data il cartello che campeggia all’ingresso della struttura. Ieri mattina tutte le finestre erano aperte per arieggiare i locali, dove si respira la storia di Pordenone. Nel pomeriggio in hotel c’era anche il direttore generale del gruppo, per seguire i lavori di adeguamento degli impianti in vista della ripartenza. Questo fa sperare che l’avvio della stagione non sarà limitato a dare risposta al pubblico delle manifestazioni del prossimo autunno.
La procedura per riavviare l’attività, come da sportello unico delle imprese, si è conclusa positivamente a maggio. Ora alcuni lavori di adeguamento prima della riapertura. L’area del bar ristorante era stata rimodernata una decina di anni fa, quando la proprietà tentò di rilanciarla – senza i risultati attesi – e poi la chiuse nel 2012; l’albergo, invece, ha proseguito la sua attività fino a tempi recenti. La hall e le salette del piano terra, tuttavia, sono rimaste (almeno per gli arredi) quelle dei tempi d’oro della struttura, come “imprigionate” in un’epoca che non c’è più.
Villa Ottoboni, come si legge nel depliant dell’hotel, «rappresenta un esempio di architettura del tardo quattrocento. Sorta come residenza di aristocratico splendore, essa conserva ancora oggi – nonostante il tempo vi abbia inferto non lievi mutilazioni – una immutata dignità di stile. La famiglia Ottoboni ne venne in possesso nel 1579». Era l’epoca di papa Alessandro VIII e, nei momenti di maggior splendore, la villa ospitava anche 200 persone. A quei tempi la villa era l’apice di un enorme parco che arrivava fino alla zona nord della città. Il parco, come ricorda Giuseppe Ragogna nel libro “Pordenone, come eravamo”, è stato progressivamente sacrificato per rendere possibile anche la costruzione degli enormi palazzoni che circondano, oggi, la villa, mentre l’edificio nel secondo dopoguerra venne acquisito dalla Curia che ne fece centro delle attività diocesane e della redazione del settimanale Il Popolo. Fu la Pordenone dei re dell’industria a trasformare il complesso in struttura ricettiva.
«La Geturhotels – si legge sempre nel del depliant – ha voluto conservare e rispettare quel che del fascino, della suggestione originale e della struttura architettonica primitiva è rimasto, valorizzando, nel contatto con un pubblico più vasto, questa esemplare testimonianza del passato di Pordenone». Qualcuno potrebbe definirla anche decadenza, ma per i pordenonesi villa Ottoboni resta un luogo di grande fascino.
Geturhotels, che ha sede a Mareno di Piave, ha una quindicina di strutture alberghiere in Italia: da Cortina a Jesolo, dalla Sardegna a Marina di Ravenna passando per Pordenone e Treviso. —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto