Revocata la licenza all’autoscuola Bressan Battaglia legale al Tar

Pesanti effetti amministrativi dopo l’indagine Rinnovo facile Il legale: «Abbiamo presentato ricorso, sono reati banali»

sacile

Non solo i corsi. Nel mirino della Motorizzazione civile è finito l’intero operato della autoscuola Bressan di Sacile, con la revoca delle autorizzazioni necessarie per continuare a lavorare. Un provvedimento impugnato di fronte al Tar ma che verrà discusso solo a dicembre: nel frattempo la storica attività di via Martiri Sfriso, operativa dal 1975, ha dovuto fermarsi in attesa della decisione dei giudici. E sulla porta è comparso un cartello che avvisa i clienti della chiusura degli uffici.

Sono gli strascichi amministrativi – tutt’altro che secondari – dell’indagine “Rinnovo facile” condotta dalla Procura di Pordenone. Il pubblico ministero Andrea Del Missier, supportato dalla polizia giudiziaria della Polstrada, ha acceso i riflettori sui corsi per conseguire o rinnovare la carta di qualificazione del conducente, un documento obbligatorio valido per cinque anni e che si ottiene solo al termine di corsi specifici di 280 ore nelle autoscuole accreditate dalla Motorizzazione. Secondo la Procura, però, alcuni allievi sarebbero stati segnati come presenti anche se assenti e sarebbero state certificate ore di pratica al volante mai effettuate.

Le indagini hanno preso in esame le posizioni del contitolare Fausto Scarabellotto, difeso dall’avvocato Luca Colombaro, e di altre 33 persone: un istruttore, che ora non lavora più lì, e 32 conducenti. Oltre ai rilievi penali, tuttavia, i legali del contitolare e dei corsisti si sono dovuti occupare dei risvolti amministrativi dell’indagine. Quest’estate la Motorizzazione ha revocato all’autoscuola la licenza e il caso è approdato di fronte ai giudici del tribunale amministrativo regionale. Ne è nata un’aspra battaglia legale, non ancora conclusa. In prima battuta, infatti, i giudici avevano accolto la richiesta di sospensiva presentata dall’autoscuola per poi tornare sui loro passi in attesa della discussione del caso, prevista per dicembre. Un tempo lungo, però, per chi si vede costretto a sospendere le attività.

«L’autoscuola non sta lavorando ma non si vede perché non possa farlo, dato che il mio assistito è il contitolare dell’attività e l’altra socia non è indagata – spiega Colombaro –. Inoltre stiamo parlando di reati banali, puniti con pene lievissime. La gestione poteva essere diversa». —



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