Regionali, Marin a un passo dall’incoronazione a candidato governatore per il Centrodestra

Il consigliere di Forza Italia sarà l'aspirante presidente della coalizione. Atteso per venerdì 16 marzo il via libera ufficiale, ma ha già incassato l’ok dei partiti

UDINE. Il casting è finito. Sarà Roberto Marin, gradese di 52 anni, due volte primo cittadino della località balneare goriziana, e attuale consigliere regionale di Forza Italia il candidato presidente del centrodestra alle prossime Regionali di fine aprile.

La decisione sarà ufficializzata venerdì 16 marzo, ma al netto di capovolgimenti di fronte sempre possibili in quella coalizione, sarà lui a contendere a Sergio Bolzonello, Alessandro Fraleoni Morgera e Sergio Cecotti il ruolo di prossimo governatore del Fvg.

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Non la prima scelta del blocco – come ormai è ovvio –, ma comunque una soluzione in grado di rappresentare un minimo di sintesi all’interno di un centrodestra a un passo dalla crisi di nervi sino all’ultima giornata di queste pazze settimane di trattative.

Anche la nottata e la giornata andata in scena a Roma, tra mercoledì e giovedì, ha avuto, infatti, come da copione recitato da settimane, i connotati dello psicodramma e del “vale tutto o quasi”. Riavvolgiamo i nastri della memoria recente.

Dopo il tramonto di mercoledì, si trovano a palazzo Grazioli Silvio Berlusconi, Licia Ronzulli, Nicolò Ghedini e Sandra Savino con Matteo Salvini e Massimiliano Fedriga per la Lega.

Tema: il candidato governatore del Fvg. Il capogruppo del Carroccio prova a giocarsi la carta Attilio Vuga – respinta – e poi, nuovamente, quella che porta a Stefano Balloch.

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Il sindaco di Cividale, però, come noto, è ineleggibile – e lo conferma anche Ghedini facendo leva non soltanto sulla legge regionale vigente, ma anche di un autorevole parere rilasciato e firmato da Antonio Catricalà – e ci si incarta.

Savino replica con Giulio Camber e con l’ex presidente del Porto di Trieste Marina Monassi. Candidature rigettate da Fedriga, al pari di quella di Enrico Eva segretario generale di Confartigianato Trieste.

Nulla di fatto – nemmeno sul tentativo del Carroccio di avanzare il nome di Giovanni Collino – e la riunione viene aggiornata con – sostanzialmente – due opzioni rimaste sul tavolo Roberto Snaidero, che però pare non convincere Berlusconi, e sempre Elio De Anna.

In mattinata il nome dell’imprenditore scompare dai radar velocemente al pari di quello del consigliere regionale. E il ticket tra Fedriga e Riccardo Riccardi? Si arena sul muro eretto dal Cavaliere che non vuole mollare la presa sul Fvg.

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Così si arriva a un punto di tensione elevatissimo, tanto che in parecchi pensano a una rottura della coalizione. Non si giunge fino a questo punto perché lo scenario nazionale al momento – ma in futuro chissà, specialmente nel caso in cui la Lega dovesse davvero accordarsi con il M5s per tornare al voto in autunno – non lo consente.

La tensione, in ogni caso, resta alta, molto alta perché la sintesi non si trova. A un certo punto Renato Brunetta “pesca” dal cilindro il nome di Bruno Augusto Pinat, ex presidente dell’Ersa, ma soprattutto già candidato nel 2008 con la lista dei Cittadini quando raccolse 113 preferenze restando fuori dal Consiglio.

E qui, per la prima volta in queste settimane, si mette di traverso Fratelli d’Italia che pone un veto – deciso e irrevocabile – su Pinat minacciando di correre in solitaria nel caso in cui Forza Italia e Lega si accordino e garantiscano il via libera all’uomo segnalato dal capogruppo azzurro a Montecitorio.

L’alleanza, dunque, torna al punto di partenza e rispunta una “vecchia” idea. Quella, cioè, di affidare la guida della coalizione a Renzo Tondo.

Metterebbe d’accordo tutti – si ragiona soprattutto negli ambienti meloniani – perché consentirebbe sia a Forza Italia sia alla Lega di non chinare la testa in questo braccio di ferro rappresentando una soluzione “terza” oltre a mettere – politicamente – in palio anche un seggio parlamentare.

Un pregio che, però, è anche un difetto (e c’è pure il fatto che Tondo non è più da anni un esponente di Forza Italia, partito con il quale non si è lasciato a Roma in ottimi rapporti) perché in caso di elezione si andrebbe a elezioni suppletive per il collegio di Trieste della Camera, lo stesso in cui l’ex presidente ha appena sbaragliato Debora Serracchiani.

Il nome, in ogni caso, è forte e resta in campo assieme a quello – proposto dagli azzurri locali – di Marin e che, via Ronzulli, viene recapitato ai piani alti di Lega e Fratelli d’Italia.

Un volto che, in fondo, può andare bene a tutti. Ha un passato in Alleanza Nazionale, su alcuni temi – come i richiedenti asilo – sembra a volte più “a destra” della Lega e da quando si è ventilata l’opzione di candidare Rodolfo Ziberna a Gorizia si è dimostrato un forzista di ferro, sia tra i banchi del Consiglio regionale sia sul territorio.

Tanto basta, oltre alla competenza amministrativa maturata dal 1998 al 2008 come sindaco di Grado e nella precedente legislatura (ma anche in questa) a piazza Oberdan.

Sarà lui, dunque, a guidare la coalizione di centrodestra il 29 aprile con l’ufficializzazione che dovrebbe arrivare questa mattina. Al netto di ulteriori colpi di scena in questa sempre possibili in questa sorta di Beautiful in salsa conservatrice.

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