Reana, sindaco duro sulla chiusura di Obi: decisione vergognosa

REANA DEL ROJALE. Fa propria la rabbia dei lavoratori dell’Obi, per il licenziamento di 22 persone, il primo cittadino di Reana Edi Colaoni. Esprime le sue opinioni con toni infuocati che non lasciano dubbi su come la pensa: «Naturalmente – esordisce il sindaco – c’è sconcerto per la metodica e per il criterio adottati. E lo dico io che, dal punto di vista professionale, ho fatto per otto-nove anni relazioni sindacali. Mi riferisco al fatto che abbiano messo in mobilità, da quello che si legge, le persone più anziane che hanno un maggior carico familiare e maggiori difficoltà a essere reinserite nell’ambito lavorativo».
E poi rincara la dose: «Non mi coglie impreparato la vergognosa decisione, anche alla luce di disdicevoli comportamenti che la stessa ditta ha sempre tenuto nei confronti del Rojale, nel senso che ha continuato a drenare risorse dal territorio, in quanto a clientela, però con minime ricadute, in quanto ad attività, a sostegno alle varie iniziative. Insomma, il Rojale è sempre stato preso poco in considerazione».
Colaoni motiva, poi, ulteriormente le sue parole riguardo ai rapporti della ditta con il Rojale: «Questo lo dimostra anche il fatto di come è stata condotta la vicenda del trasferimento delle sedi di attività del negozio, da Reana a Tavagnacco, nel senso che non c’è stata nessuna sensibilità per un eventuale contatto o informativa con le istituzione locali: sono “fuggiti” come il viandante in una notte tempestosa. Io ho saputo del trasferimento leggendo il “Messaggero Veneto”. Dopo essere stato importunato e sfruttato per anni per quello che serviva loro, per esempio per i metri quadrati della superficie di vendita, per i parcheggi e i parametri urbanistici».
Un pensiero concreto va anche ai lavoratori in mobilità: «Purtroppo, il Comune non ha competenze in materia giuslavoristica, ma resto comunque a disposizione per quello che si può fare, per il supporto alle famiglie, per le persone che si sono trovate inaspettatamente messe alla porta dall’azienda. Ricordo che ci sono diversi rojalesi occupati all’Obi».
Un caso unico, quello dell’Obi. La situazione attuale, sottolinea Colaoni, per il resto del Rojale sembra meno pesante: «Per fortuna, attualmente, non mi risulta che siano in atto situazioni di questo genere sul territorio, anche se la crisi sta attanagliando, come tutti i settori, anche quello del commercio. E al momento, appunto, fortunatamente - conclude il primo cittadino -, non ho notizie di questo genere per quel che riguarda gli altri settori economici della nostra zona».
Mariarosa Rigotti
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