Rapinati e feriti in tre fuori dalla discoteca: un 25enne va in cella

UDINE. I poliziotti della Squadra volante della Questura lunedì scorso hanno eseguito un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal gip del tribunale di Udine, Emanuele Lazzaro, nei confronti dell’albanese Frederik Kika, classe 1992, accusato di rapina aggravata e lesioni in riferimento a una rissa scoppiata nell’aprile scorso davanti al Krepapelle. In quell’occasione erano stati aggrediti e derubati tre giovani italiani residenti nell’hinterland che erano ricorsi a cure mediche riportando prognosi di 20, 7 e 5 giorni. Ad agire, assieme a Kika, c’erano altri due complici che sono stati denunciati.
Era la notte tra il 24 e il 25 aprile scorso quando un gruppo di cinque ragazzi italiani, residenti nell’hinterland e fra i 20 e i 30 anni di età, che si trovavano all’esterno del locale udinese, è stato preso di mira da due stranieri: Kika e un conoscente originario del Marocco.
La coppia, in base a quanto è stato ricostruito dagli agenti, avrebbe cercato in ogni modo lo scontro – prima verbale e poi fisico – con gli italiani, complice qualche bicchiere di troppo. Ai due stranieri si era unito anche un terzo conoscente marocchino, armato di mazza di ferro, il quale se n’era andato non appena il gruppo di itliani era entrato in discoteca.
Gli altri due, invece, hanno atteso che i cinque amici uscissero dal locale per avventarsi, in particolare, contro uno di loro. Dopo averlo picchiato, gli hanno rubato cellulare e portafogli (contenente 100 euro) e se la sono presa anche con i due compagni giunti in soccorso dell’amico: a uno hanno preso pure denaro contate (un centiaio di euro anche in questo caso).
L’attività investigativa della polizia – coordinata dal sostituto procuratore Letizia Puppa – è partita in seguito alla denuncia presentata dai tre feriti (che sono stati medicati in ospedale) e, nei giorni scorsi, è stato completato il quadro. Gli agenti si sono avvalsi anche delle telecamere di videosorveglianza e hanno chiesto – e ottenuto – di poter effettuare una perquisizione domiciliare a casa dei tre stranieri.
Nell’abitazione di Kika, tra l’altro, è stata trovata anche la collana che l’albanese aveva rotto durante la colluttazione. E lunedì il gip Lazzaro ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere nei confronti del solo Kika (assistito dall’avvocato Federica Tosel), riconoscendo il reiterato coinvolgimento in vicende di rilevanza penale. I complici, invece, sono stati denunciati: per lesioni personali e possesso ingiustificato di oggetti atti a offendere.
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