Radon oltre i limiti «Non c’è sicurezza»

Maniago, la Flc-Cgil denuncia la situazione al Torricelli Aerare i locali non basta, servono interventi strutturali

MANIAGO

«Troppo radon, non firmiamo il contratto di istituto sulla sicurezza, perché non c’è». E’ stato il gran rifiuto quello della firma dei sindacalisti Flc-Cgil nell’Isis Torricelli di Maniago sul patto annuale 2011-2012. Il gas naturale che si sprigiona dal sottosuolo invade aule e uffici da anni. Aerare i locali non basta, secondo i sindacalisti. «Abbiamo consigliato al dirigente Gianfranco Nosella di segnalare i picchi alti del gas, che sono spesso oltre il limite tollerabile di 500 Bequerel al metro cubo, alla Prefettura di Pordenone – è stata la sintesi di Adriano Zonta leader sindacale Flc-Cgil, dopo la trasferta nel liceo della Pedemontana –. La sicurezza per la salute non c’è per 450 studenti e una sessantina di docenti, bidelli, amministrativi e tecnici nelle aule del liceo e dell’Ipsia».

Studi sanitari hanno messo in evidenza l’effetto cancerogeno del radon. «I picchi registrati superano 1.000 Bequerel al metro cubo a Maniago – ha continuato Zonta con la collega Teresa Sarli –. Aprire le finestre non basta: devono intervenire la Provincia e l’Ass 6 per risolvere il problema. Non hanno messo la firma sul contratto alla voce sicurezza i colleghi Snals, Cisl scuola, Uil e Gilda: le condizioni di lavoro e studio sono a rischio». Il problema è comune con quello delle altre scuole di Maniago. «Le famiglie non si preoccupano per i bambini nelle primarie e medie della Pedemontana? – si chiede Zonta, che consiglia di rivolgersi alla magistratura, se non ci fossero altre soluzioni –. La salute va tutelata e non si può rimanere in silenzio facendo finta di niente sul gas che si sprigiona».

Sei ore di lezione nelle classi con il radon compagno di banco sono troppe. «Gli amministrativi e studenti hanno il dovere di aprire le finestre per cambiare l’aria e d’inverno entra un freddo intenso nei locali della scuola – continua l’esponente della Cgil –. Bisogna bonificare l’istituto, oppure spostare le scuole su altri siti non invasi dalle emissioni del gas cancerogeno».(c.b.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto