Radioterapia del Cro, vent’anni di eccellenza e lotta ai tumori

Nel 1994 i pazienti trattati erano 100, oggi oltre 2.700. Ecco come, con personale specializzato e macchinari moderni, si combatte il cancro

AVIANO. Primi in Italia e tra i primi in Europa, in radioterapia oncologica. E’ il Cro di Aviano che ieri ha festeggiato i vent’anni di attività. Vent’anni intensi di lavoro, sperimentazione e studio, vent’anni di pazienti trattati iniziando dai primi 100 del 1994, agli oltre 2.700 di oggi. Vent’anni di innovazione anche sotto l’aspetto della dotazione tecnologica, partita con il primo acceleratore lineare, poi familiarmente ribatezzato “Cip”, al quale poco tempo dopo è stato affiancato “Ciop”, sino ad arrivare ai 5 acceleratori lineari che consentono di erogare dosi conformate di Imrt (radioterapia ad intensità modulata) e Vmat (irradiazione volumetrica).

«Grazie a una perfetta integrazione tra acceleratore e sistema di rilevazione Tac – ha spiegato Mauro Trovò, direttore del reparto di radioterapia dell’Istituto – il fascio di raggi è guidato dalle immagini Tac scattate al momento dell’irradiazione del paziente per consentire una migliore distribuzione di dose al target, con risparmio degli organi a rischio. Questo sistema è chiamato Igrt (immagine guide radiotherapy)».

Ad Aviano, nel 2007, quarta della sua specie in Europa, è stata installata la tomoterapia, una macchina che consente di utilizzare lo stesso fascio per eseguire la Tac ed erogare la terapia nello stesso istante. «Macchinari che richiedono controlli di qualità quotidiani e una frequente manutenzione, oggetti costosi: basti pensare che per una tomoterapia o un acceleratore lineare di ultima generazione, che consentono Imrt e Igrt – ha proseguito Trovò – l’investimento si aggira intorno ai 3,4 milioni di euro».

Il primo dono ricevuto dal reparto è stato l’Intrabeam system, acceleratore di chilo-voltaggio che attraverso un fascio di elettroni è in grado di produrre raggi X a bassa intensità a scopo terapeutico; consente di eseguire la radioterapia intraoperatoria (Iort), tecnica speciale che trova particolari indicazioni soprattutto in campo senologico che consente di ottenere ottimi risultati clinici in termini di controllo locale della malattia. Per acquistare un Intrabeam system occorre circa mezzo milione di euro. «Il nostro è stato il primo apparecchio ad essere installato in Italia. Numerosi studi condotti a livello internazionale sulla Iort – aggiunge Trovò – hanno posizionato il Cro, per numero di pazienti trattati, secondo in Europa e terzo nel mondo».

Il secondo apparecchio donato, del valore di 1 milione di euro, è il Mobetron, la cui versione attuale è la prima installata in Italia e la quarta in Europa. È un acceleratore lineare con fasci di elettroni di varia energia, anch’esso dedicato alla Iort, ed installato nelle sale operatorie. Durante l’intervento di chirurgia per neoplasie avanzate dei tumori gastroenterici, ginecologici, sarcomi, vengono irradiate le sedi di possibile persistenza di malattia o di minimo residuo di malattia con buoni risultati in termini di controllo locale e sopravvivenza. Il terzo apparecchio donato, del valore di 200 mila euro è il Restitu system che consente di migliorare l’accuratezza nella definizione del volume del “bersaglio” prima dell’erogazione del trattamento radiante e trova particolare indicazione nei pazienti con tumore della prostata. La ghiandola prostatica, con paziente disteso sul lettino di radioterapia, viene localizzata attraverso un sistema ecografico tridimensionale e quindi “centrata” con fotoni X. Il quarto apparecchio, del valore di 600 mila euro, è il simulatore Tac Aquilon – 4D, ove la quarta dimensione è il tempo. Esso consente di acquisire pacchetti di immagini Tac nelle varie fasi del respiro del paziente, in tal modo è possibile “centrare” il bersaglio (ad esempio un tumore del polmone) durante il normale atto respiratorio ed eseguire un trattamento radiante molto preciso ed efficace. L’ultima donazione, proprio di questi giorni e del valore di 55.000 euro, è il sistema Anatom-e Xrt dotato di due Work-Station, il primo installato in Italia, che aiuta il medico radioterapista nella preparazione del piano di cura tramite un collegamento via internet con il cancer center Md Anderson di Houston.

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