Quote latte, il Tar annulla le cartelle di pagamento di undici allevatori

Ancora un punto decisivo a favore degli allevatori friulani finiti nella morsa di Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura che, attraverso l’Ader, agenzia delle entrate - riscossione, li aveva intimati al pagamento di somme più o meno esorbitanti, a saldo del presunto debito accumulato negli anni con lo sforamento delle cosiddette “quote latte”, e tornati a respirare dopo la nuova tornata di sentenze emesse ieri dal Tribunale regionale amministrativo del Fvg. Tutte favorevoli all’annullamento dei provvedimenti, come già avvenuto lo scorso dicembre e nelle altre sedi giudiziarie d’Italia in cui l’avvocato udinese Cesare Tapparo sta replicando la battaglia, per un importo complessivo pari a 3 milioni 315.895 euro.

Identica, anche stavolta, la motivazione che ha “salvato” le riserve finanziarie delle aziende agricole delle province di Udine e Pordenone che avevano presentato ricorso: tardività della notifica. E, quindi, per prescrizione sia della quota di interessi, che è pacificamente quinquennale, sia del presunto credito tributario. Sinora sui ricorrenti pendeva una spada di Damocle che, nel caso di Alberto, Cristian e Gionata Querinuzzi, pesava la bellezza di 1.008.202 euro (in contestazione, multa per il prelievo supplementare sulle consegne di latte relativo alle campagne 2002 e dal 2005 al 2008). Ma che, fatte le debite proporzioni, avrebbe inciso notevolmente anche sui bilanci degli altri produttori coinvolti: da Renzo Zanini a Ivano e Claudio Venuti, Gianfranco Urbani, Lucio Pittao, Ezio Nello Pascutto, Lauro Paravano, Tobia Marcuzzi, Claudio Forgiarini, Aniceto Bevilacqua e Severo Bavaresco.

Ancora più importante, secondo il loro difensore, per un’eventuale futura azione risarcitoria, l’aspetto legato alla «falsità o erroneità dei dati produttivi utilizzati nelle banche dati da Agea e dall’Istituto zooprofilattico di Teramo», ricordando i 5 milioni 750 mila bovini senza evento di parto considerati lattiferi e produttivi dal sistema informativo agricolo nazionale per quantificare le multe. Risalendo alle imputazioni storiche, la difesa ha scoperto che «per la stessa azienda gli importi contestati nell’attuale cartella di pagamento e in quella genetica sono più o meno gli stessi. Il che è impossibile. Tutte hanno già pagato, totalmente o parzialmente, i presunti debiti». —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto