Provincia svuotata di una grande città Quella dei militari
Dal 1977 persi 45 mila uomini e 4 milioni di euro l’anno Ecco la mappa di caserme e siti dismessi o riconvertiti

Friuli occidentale di forte tradizione militare. Lo si è detto e sentito dire per decenni. Numerosi paesi e lo stesso (ex) capoluogo di Provincia hanno conferito la cittadinanza onoraria alla Brigata corazzata Ariete e, di recente, alla sezione Ana. Con la revisione del modello di difesa e la sospensione della leva obbligatoria, in questa terra più che i militari sono rimasti i ricordi. E spesso caserme non di rado diroccate. Alcune sono state ricovertite, come la ex Monti oggi centro di prima accoglienza dei profughi e la Dall’Armi di San Vito che diventerà un carcere. Ma i fasti degli anni Settanta non torneranno. Fasti che voleva dire gente e soldi.
La Destra Tagliamento in 40 anni ha perso una città grande quasi come Pordenone, in termini di abitanti. E ha perso un indotto milionario. La caserma Tagliamento di Arzene, la Trieste di Casarsa, la De Gasperi di Vacile, la Zappalà di Aviano, la De Michiel di Vivaro, la Sam Paoli di Sequals, le aree logistiche di Cordovado e Fontanafredda: sono alcune delle strutture che ospitavano decine di reparti nel corso degli anni soppressi.
La ricerca.
Il generale di brigata (Aus) cavaliere Paolo Vinciguerra, consigliere dell’associazione dei Comandanti onorari Usafe della Base aerea di Aviano, ha condotto una ricerca sulla presenza delle Forze Armate nel Friuli occidentale e la loro evoluzione negli ultimi quarant’anni. “Scattando” le foto di allora, 1977, e di oggi, 2017. Ricerca che ci ha gentilmente permesso di utilizzare. Sostanzialmente la provincia ha perso il 90 per cento dei militari di allora e almeno 4 milioni di euro l’anno di indotto.
Gli anni Settanta.
Nel 1977 la presenza militare in provincia era, sia in termini di uomini sia di infrastrutture, oltremodo cospicua. La principale presenza militare era costituita dalla Divisione Ariete, dalle sue Brigate dipendenti (Mameli, Manin e Garibaldi) e dai suoi supporti tattici. Nel dettaglio, oltre al Comando Divisione vero e proprio, all’epoca situato nell’attuale sede della Prefettura in piazza del Popolo, questi erano i supporti tattici: 73º Battaglione fanteria d’arresto “Lombardia” di Arzene nella caserma Tagliamento; 108º Gruppo artiglieria pesante campale semovente “Cosseria” di Casarsa (nel luglio 1981 diventò 108º Gruppo artiglieria pesante campale Cosseria) nella caserma Trieste. Nella stessa caserma Trieste di Casarsa erano accasati anche: il 132º Gruppo artiglieria pesante campale semovente Rovereto (nel marzo 1981 diventa 132º Gruppo artiglieria pesante campale Rovereto); il 14º Gruppo artiglieria controaerei leggera Astore (quadro); il Gruppo specialisti artiglieria Ariete (poi 41° Cordenons); il 19º Gruppo squadroni esplorante cavalleggeri guide; il 232º Battaglione trasmissioni Fadalto; il Battaglione logistico Ariete (dal primo dicembre 1981 50º Battaglione logistico di manovra Carnia; il Comando artiglieria divisionale. Ancora, il 132º Battaglione genio pionieri Livenza di Motta di Livenza di stanza alla caserma Vittorio Veneto oggi Fiore, sede del Multinational Cimic Group); il 49º Gruppo squadroni aviazione leggera Esercito Capricorno di Casarsa, nell’aeroporto Francesco Baracca.
La Divisione Ariete.
Contava su tre brigate di combattimento. Della 32ª Brigata corazzata “Mameli” di Tauriano di Spilimbergo facevano parte, nella caserma Forgiarini: il 3º battaglione Carri medaglia d’oro Galas di Tauriano; il 5º Battaglione carri mo Chiamenti di Tauriano; il 23º Battaglione bersaglieri Castel di Borgo di Tauriano. Ancora, il 12º Gruppo artiglieria da campagna semovente Capua nella caserma – ora divenuta parco fotovoltaico – De Gasperi di Vacile, dove c’eranoa che la Compagnia genio pionieri “Mameli” e il Battaglione logistico Mameli. Della 132ª Brigata corazzata “Manin” di Aviano facevano parte, nella caserma Zappalà: l’8º Battaglione carri mo Secchiaroli; il 10º Battaglione carri mo Bruno, il 27° Battaglione bersaglieri Jamiano; ancora il 20º Gruppo artiglieria da campagna semovente Piave di Maniago, nella caserma Baldassarre, come il Battaglione logistico Manin. Dell’8ª Brigata meccanizzata “Garibaldi” di Pordenone facevano parte: nella caserma Fiore (oggi Mittica), in città, il 3º Battaglione bersaglieri Cernaia; il 26º Battaglione bersaglieri Castelfidardo di Pordenone (dal 1980 a Maniago) e il Battaglione logistico Garibaldi. Ancora, l’11º Battaglione bersaglieri Caprera di Orcenico Superiore (dal 15 luglio 1976) nella caserma Leccis, il 7º Battaglione carri mo Di Dio di Vivaro nella caserma De Michiel; il 19º Gruppo artiglieria da campagna semovente Rialto di Sequals alla caserma Sam Paoli.
Le altre Divisioni.
Oltre alla Divisione Ariete, erano presenti in provincia alcune unità della Divisione Mantova (il comando era dislocato all’epoca a Udine): il 73° Battaglione fanteria d’arresto “Lombardia” ad Arzene (supporto tattico della Divisione); il 13° battaglione carri mo Pascucci nella caserma De Carli a Cordenons (appartenente alla Brigata Brescia); il 63° Battaglione carri mo Fioritto, sempre nella Caserma De Carli a Cordenons (appartenente alla Brigata Isonzo). Il 5° Corpo d’armata, di stanza a Vittorio Veneto, aveva poi alle sue dipendenze: il 5° Battaglione Trasmissione Rolle a Sacile e il 5° Battaglione logistico di manovra a Pordenone. Vanno poi aggiunte numerose infrastrutture sedi di depositi, comandi e unità dei corpi logistici (come Commissariato, Motorizzazione) che sarebbe troppo lungo elencare: si pensi solo alla caserma Marini di Pordenone, conosciuta come “Le Casermette”.
Difesa aerea, il 1977.
Le unità della difesa aerea – essenzialmente missili Nike-Hercules dell’Aeronautica militare e missili I-Hawk dell’Esercito italiano – annoveravano: il 58° Gruppo intercettori teleguidati Nike nella sede logistica e area di lancio di Cordovado e la 4ª batteria 1° Gruppo 5° reggimento missili c/a Hawk nella caserma Zampa e area operativa a Camolli di Fontanafredda.
I militari 40 anni fa.
Facendo un conto molto approssimativo, la forza complessiva di tutte le unità presenti nel territorio della provincia di Pordenone si avvicinava a circa 50 mila uomini. Un conto grossolano mostra come, a voler solo considerare la decade del soldato (500 lire al giorno), questa mole di militari aveva una capacità di spesa pari a oltre 9 miliardi di lire l’anno, senza considerare che il soldato medio normalmente spendeva di più. A ciò va aggiunto l’impatto economico delle famiglie dei militari di carriera (affitti e spese per il quotidiano vivere), e la ricaduta che le spese per il mantenimento delle infrastrutture avevano sull’economia locale, che qui non sono quantitificate.
La situazione nel 2017.
La modifica del modello di difesa, con la costituzione dei reggimenti mono-gruppo, lo scioglimento delle divisioni e la chiusura o la modifica e il contemporaneo trasferimento di alcune unità, ha portato a una drastica riduzione della presenza militare in Friuli. In particolare, sono state chiuse le Brigate Mameli e Manin, con il passaggio di alcune unità alla Brigata Ariete (dalla Divisione Ariete), mentre è stata trasferita a Caserta la Brigata Garibaldi. La maggior parte dei supporti tattici divisionali è stata sciolta, cosi come sono state abbandonate quasi tutte le unità missili c/a a lunga-media gittata Nike ed Hawk (16° e 17° Stormo Nike, 2°, 3° e 5° reggimento artiglieria c/a missili). Nel nord Italia rimane solo il 4° reggimento artiglieria c/a missili di Mantova, nel frattempo transitato su missili Samp-T. L’unica grande unità attualmente presente nel territorio della ormai ex provincia di Pordenone è la 132ª Brigata corazzata Ariete.
La Brigata Ariete.
La caserma Mittica di Pordenone oggi ospita il Reparto comando e i supporti tattici; il 5° reggimenti Lancieri di Novara è dislocato a Codroipo; il 32° reggimento carri a Tauriano (caserma Forgiarini), il 132° a Cordenons (De Carli); l’11° bersaglieri a Orcenico Superiore (Leccis), il 132° artiglieria corazzata a Maniago (Forgiarini), il 10° genio guastatori a Cremona e il reggimento logistico Ariete a Maniago.
Drastico calo.
Di tutte le altre unità è rimasto solo il 5° Battaglione. Trasmissioni Rolle, ora 7° reggimento trasmissioni, sempre di stanza a Sacile. Si può quindi calcolare che la presenza militare sia calata dagli oltre 50 mila uomini del 1977 ai circa 5 mila di oggi, con un crollo del 90 per cento. Allora, le Forze Armate erano la più grande risorsa della provincia di Pordenone.
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