La protesta dei sindaci: «No a interventi invasivi sul fiume Tagliamento»
I primi cittadini dei comuni rivieraschi sono contrari a opere impattanti all’interno dell’alveo. Il Pd: «Fedriga prenda una posizione chiara». Sinistra italiana Fvg e Avs: «Ripristino della naturalità del territorio»

Un “no” a interventi invasivi sull’asse media del fiume Tagliamento viene espresso dai sindaci dei comuni rivieraschi di Spilimbergo, Dignano, Ragogna e Pinzano. «Non possiamo permetterci di fare opere mostruose nell’alveo del fiume quando non abbiamo nemmeno la certezza che funzionino e abbiano il risultato sperato» commenta il sindaco di Dignano GiambatistaTurridano, mentre per quello di Spilimbergo, Enrico Sarcinelli «bisogna valutare e ricercare alternative progettuali rispetto a quelle ipotizzate».
Non sono bastate «le grida contrarie di tecnici, studiosi, scienziati, università spesso straniere, associazioni ambientaliste e comitati per far capire che quello era un progetto da accantonare subito perché devastante e non funzionale alla messa in sicurezza del fiume?», si chiedono poi i sindaci di Pinzano e Ragogna De Biasio e Maestra. «Non basta sapere – aggiungono – che il territorio fluviale tra i ponti di Pinzano e Dignano è classificato Sic, sito di importanza comunitaria, e che Bruxelles non permetterà mai che in questo sito vengano realizzate opere devastanti come lo sarebbero le casse d’espansione? La proposta dell’associazione Agricoltori Medio Tagliamento ha suscitato la reazione anche delle associazioni ambientaliste.Gli esponenti della coalizione Free Tagliamento, la campagna di Legambiente, Wwf, Lipu, Centro italiano per la riqualificazione fluviale – Cirf e associazione Foce del Tagliamento chiedono infatti che il “Re dei fiumi alpini” continui a scorrere libero e affermano che è doveroso cercare alternative alla proposta di traverse con paratoie mobili sul Tagliamento a Dignano e a Varmo. «Finalmente –affermano –, anche alcuni esponenti della maggioranza in Regione si stanno rendendo conto che realizzare le casse d’espansione attualmente previste è una pessima idea».
Il gruppo Pd punta le sue osservazione sulla questione politica e la confusione che si è generata. «La prova di forza tra Lega e Fdi non è accettabile e non può proseguire oltremodo: Fedriga venga in commissione e prenda una posizione chiara perché così non si sta facendo il bene di nessuno», affermano i consiglieri regionali Nicola Conficoni, Manuela Celotti, Francesco Martines e Massimiliano Pozzo.
La proposta degli agricoltori di utilizzare delle aree golenali per laminare le piene, continuano, «dimostra che avevamo ragione a chiedere il “débat public” che a quest’ora avrebbe potuto già essere svolto, evitando di perdere altro tempo prezioso nell’individuare una soluzione in grado di coniugare sicurezza e tutela ambientale».
Il riconoscimento da parte di Fratelli d’Italia «del valore della Nature Restoration Law rappresenta un cambio di passo importante dopo il loro voto contrario in sede europea», spiega Michele Ciol, responsabile ambiente di Sinistra italiana Fvg e Alleanza Verdi sinistra con la consigliera regionale Avs Serena Pellegrino. «Un primo segnale che conferma la bontà del percorso che noi sosteniamo da sempre: la sicurezza del territorio nasce dal ripristino della naturalità, non da nuove opere artificiali e impattanti».
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