Protesi all’anca difettose: risarcimenti per 600 mila euro

UDINE. Fino ad ora i risarcimenti riconosciuti ammontano a 600 mila euro, ma ce ne vorranno altrettanti solo per liquidare le cause in corso. Ammesso e non concesso che la sofferenza e gli anni trascorsi fra preoccupazioni di carattere sanitario possano essere risarcite.
All’inizio sono state due le aziende produttrici di protesi all’anca difettose, DePuy Asr e Stryker, che hanno portato le strutture sanitarie a richiamare i pazienti sottoposti a intervento di artroprotesi d’anca per la verifica dei valori ematici di cromo e cobalto, ma oggi anche i dispositivi Bhr vengono ritirati dal mercato.
In Friuli sono una sessantina, i pazienti affetti da metallosi, una patologia provocata dalle protesi difettose che causa dolore all’anca, difficoltà di deambulazione e la cosiddetta Armd, così è denominata la reazione ai detriti metallici che comporta la formazione di liquidi, necrosi all’osso e un’infiammazione.
A fornire i dati è l’Associazione diritti del malato, presente alla Euro Wellness parade di Cividale nel corso del convegno “Intervento di protesi d’anca e accesso agli ausili ortopedici”.
«Per 30 pazienti abbiamo ottenuto già il risarcimento – spiega l’avvocato Anna Agrizzi che assieme al padre Gabriele Agrizzi segue questi casi come legale dell’Associazione diritti del malato –. Rimangono, però, ancora una trentina di casi aperti per i quali ci sono indagini in corso, in modo da poter risalire all’origine della patologia».
A oggi sono state definite le posizioni di una trentina di pazienti, destinatari di risarcimenti che vanno da 12 a 70 mila euro ciascuno, per un totale di oltre 600 mila euro.
«Per i casi ancora aperti – aggiunge Agrizzi – intendiamo andare avanti, altrimenti si crea una disparità di trattamento tra chi ha ottenuto il risarcimento e chi, pur subendo il danno, non ha visto un soldo. Il problema è che non tutte le case produttrici riconoscono il danno e presentano un’offerta risarcitoria. Inoltre – conclude – non tutti i pazienti che accusano dolori si fanno avanti».
La metallosi provocata dalle protesi difettose può creare danni anche a livello sistemico, a reni, cuore e cervello. Per questo l’Associazione invita chiunque sia portatore di protesi di metallo a rivolgersi alla stessa associazione per avere maggiori informazioni e, nel caso in cui si riscontri un nesso causale tra il danno e le protesi, i legali possono predisporre delle cause che personalmente non tutti i pazienti sarebbero in grado di permettersi, trattandosi per la maggior parte di persone anziane con pensioni non certo auree.
Per le protesi DePuy, l’azienda stessa, per prima ha ritirato i prodotti dai mercati internazionali, nell’agosto 2010, dopo che il Registro nazionale inglese aveva segnalato tassi di revisione chirurgica superiori alle attese, sostanzialmente per i problemi, anche gravi, causati dai detriti di metallo prodotti dal malfunzionamento degli impianti
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