Pronto soccorso sociale, si parte alla scuola Friz

Pronto soccorso sociale, la sperimentazione parte da via Riccardo Di Giusto. Dopo l’Sos lanciato negli scorsi mesi dalle maestre della scuola Friz, l’amministrazione comunale avvia un progetto in...
ANTEPRIMA lutto alla elementare friz
ANTEPRIMA lutto alla elementare friz

Pronto soccorso sociale, la sperimentazione parte da via Riccardo Di Giusto. Dopo l’Sos lanciato negli scorsi mesi dalle maestre della scuola Friz, l’amministrazione comunale avvia un progetto in stile “thinking out of the box”. Per la prima volta saranno gli assistenti sociali a presentarsi nel quartiere, e non viceversa.

«Apriremo nella zona uno sportello ad hoc con la presenza settimanale di un assistente sociale che possa dare risposte puntuali a esigenze immediate», è la promessa del sindaco Furio Honsell.

«La politica urbanistica messa in atto negli anni Settanta ha avuto, e ha ancora, ricadute evidenti dal punto di vista sociale e culturale su tutto il territorio e in particolare sulla scuola che è diventata un riferimento importante per le famiglie del quartiere – hanno spiegato le maestre a margine dell’incontro –. Ma spesso proprio la scuola si ritrova sola ad affrontare problematiche complesse legate a dinamiche di tipo relazionale, sociale e culturale che esulano dallo stretto contesto scolastico. La concentrazione di famiglie residenti che si trovano in serie difficoltà economiche è piuttosto elevata. Molti genitori, che fino allo scorso anno lavoravano, in quest'ultimo periodo sono in cassa integrazione, in mobilità o, peggio, disoccupati».

Le insegnanti e la dirigente Maria Piani (presenti all’incontro dell’altra sera insieme anche ad alcuni genitori e all’assessore comunale all’Istruzione, Kristian Franzil) ogni giorno si trovano strette fra tagli alla scuola e difficoltà economiche di mamme e papà. Ecco perché chiedono aiuto al Comune. «I tagli finanziari degli ultimi tempi stanno penalizzando il mondo della scuola e in particolare questo tipo di scuola perché non possiamo contare sul supporto economico delle famiglie – proseguono nella missiva –. Il rischio concreto è la cancellazione dei progetti che arricchiscono la nostra offerta formativa. I nostri bambini spesso non possono accedere a corsi extrascolastici a pagamento. E in molte occasioni gli insegnanti, pur consapevoli della validità e dell'importanza delle esperienze extrascolastiche, sono costretti a rinunciare per i problemi economici delle famiglie».

«La scuola è il presidio del territorio, ma non siamo più in grado di dare risposte a tutti – ha aggiunto Piani –. Ogni giorno c’è qualcuno che cerca un lavoro, un aiuto economico, gli omogeneizzati per i bambini. Situazioni che hanno pesanti ricadute sull’apprendimento. Serve una politica a favore dei bambini, dobbiamo dare loro gli strumenti per costruire il futuro». (m.z.)

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