Prof di religione condannato a diciotto mesi

PORDENONE. Docente di religione finisce nei guai, accusato di appropriazione indebita di circa 58 mila euro di risparmi. Walter Battistutta, 60 anni, residente a Vigonovo di Fontanafredda e professore di religione all’Istituto d’arte di Pordenone, è stato condannato dal giudice monocratico Eugenio Pergola a un anno e sei mesi di reclusione (con la sospensione condizionale della pena) e a 800 euro di multa.
Stando al capo di imputazione, Battistutta, nella veste di presidente della Cooperativa Futura (posta peraltro in liquidazione nel 2008) e nascondendosi dietro lo schema dell’Associazione Piccolo risparmio – secondo gli inquirenti inesistente – avrebbe convinto due pordenonesi delle possibilità di raccogliere risparmio fornendo interessi. In un bar di Torre era stata costituita una cassa peota.
L’imputato, secondo l’accusa, si sarebbe fatto corrispondere in più occasioni, dal 6 dicembre del 2004 al 31 dicembre del 2011 36.388 euro da una persona e 22.342 euro da un’altra dal 1 gennaio del 2007 al 31 dicembre del 2010. Tali somme non sono state restituite, nonostante le ripetute richieste. In tal modo l’imputato avrebbe conseguito un ingiusto profitto.
Il pm aveva inoltre contestato a Battistutta le aggravanti del danno patrimoniale di rilevante gravità e di aver commesso il fatto con abuso di prestazione d’opera.
In secondo luogo il sessantenne di Vigonovo era accusato anche di aver svolto attività di raccolta di risparmio in violazione dell’articolo 11 del testo unico in materia bancaria e creditizia (Decreto legislativo n° 385 del 1993).
La difesa ha respinto invece ogni addebito. Secondo la ricostruzione presentata dal legale di fiducia Luciano Rizzo, i soldi sono stati sì consegnati e non restituiti, ma Battistutta non c’entra: a ricevere il denaro sono state altre persone, ora tutte defunte.
I documenti dell’associazione sono andati perduti e risulta pertanto difficile tracciare i passaggi di denaro. Peraltro l’imputato è subentrato al vertice dell’associazione solamente nell’ultimo periodo, dopo le date incriminate.
Scontato, dunque, il ricorso in appello.
«Noi sosteniamo l’assoluta estraneità di Battistutta rispetto alle contestazioni dell’accusa. Non ha preso lui il denaro e lo dimostreremo in appello», ha concluso l’avvocato Rizzo.
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