Processo allo psichiatra, nuova testimone

Toneguzzi accusato di avere mal consigliato una paziente poi morta di tumore. Svolta in aula

Spunta un altro testimone, fissate altre due udienze per il processo allo psichiatra Danilo Toneguzzi.

Si è fatta avanti una donna, che sarà sentita il 24 ottobre, che aveva avuto un colloquio con Manuela Trevisan, la donna di Casarsa deceduta a 46 anni a causa di un tumore che - secondo la tesi accusatoria - aveva deciso di non curare seguendo i consigli del medico pordenonese. Non è dato sapere, ovviamente, quale contributo potrà dare questa ulteriore testimonianza al processo in corso, se non probabilmente confermare le decisioni che la Trevisan aveva già assunto rispetto al “come” e “se” affrontare le terapie che le erano state indicate per contrastare la malattia, una forma tumorale «molto aggressiva», come ha già confermato il primario di oncologia medica del Cro, Umberto Tirelli, con possibilità di guarigione piuttosto ridotte.

L’udienza di ieri davanti al giudice Rodolfo Piccin, si è quindi conclusa con la fissazione di altre due date per proseguire, e concludere, il procedimento penale. La prima si terrà il 24 ottobre e sarà utilizzata per l’escussione di questo nuovo teste, la seconda è in calendario per l’11 gennaio 2012 per discussione e sentenza.

Nelle udienze precedenti, sono molti i testimoni che hanno fornito la propria versione sullo stato di salute di Manuela Trevisan. E’ stata anche effettuata una perizia calligrafica sui diari della donna dalla quale sarebbe emerso come la Trevisan avesse «capacità di volere ma non una chiara capacità di intendere». E questo perché viveva «con ossessività la malattia». Una malattia «che era il suo unico stimolo». Secondo la sorella della signora, che si è costituita parte civile (avvocato Luca Colombaro), la donna avrebbe rifiutato le cure tradizionali perché spinta da Toneguzzi, psichiatra, collaboratore del Cro e presidente della associazione Alba, ad affidarsi alla medicina hameriana (che ritiene che il tumore abbia origine da un trauma mentale). Ma quando la paziente arrivò da Toneguzzi - è la tesi portata avanti dalla difesa (gli avvocati toscani Francini e Padovese) -, aveva già rifiutato di sottoporsi alle cure tradizionali.

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