Primo maggio, i sindacati: “L’obiettivo deve essere zero morti sul lavoro”
La manifestazione di Pordenone. Gli sforzi sulla sicuirezza devono essere condivisi e orientati, tra i vari aspetti, anche all’acquisizione di una maggiore consapevolezza rispetto ai propri diritti da parte dei lavoratori.

L’obiettivo è complesso da raggiungere: zero morti e infortuni sul lavoro. Gli sforzi, quindi, devono essere condivisi e orientati, tra i vari aspetti, anche all’acquisizione di una maggiore consapevolezza rispetto ai propri diritti da parte dei lavoratori.
Per questo, Cgil, Cisl e Uil, in occasione della manifestazione per la festa del lavoro tenutasi nella mattinata di oggi, primo maggio, a Pordenone hanno annunciato l’impegno “a mettere in campo un’azione collettiva - ha detto il segretario provinciale della Cgil, Maurizio Marcon -. Dobbiamo essere di nuovo protagonisti, lavoratori e sindacato, per produrre un cambiamento e combattere il cinismo, per considerare noi stessi fine e non mezzo del lavoro: val la pena lottare assieme”.
Focus sulla sicurezza, dunque, oltre che sui livelli retributivi: anche su questo tema, i sindacati hanno ribadito la richiesta di interventi. L’iniziativa, culminata con gli interventi di Marcon, dei segretari provinciali di Cisl, Denis Dalla Libera, e Uil, Ezio Trevisan, sul palco allestito davanti al municipio, si era aperta in piazza Maestri del lavoro, dove è stata deposta una corona al monumento. In piazza anche il neo sindaco di Pordenone, Alessandro Basso: dopo l’assenza alla manifestazione, negli ultimi anni, di Alessandro Ciriani, la sua presenza ha sancito il ritorno all’evento da parte della guida dell’amministrazione comunale.
Basso, intervenendo a margine dell’iniziativa, ha ricordato Lorenzo Parelli, il giovane friulano morto l’ultimo giorno di un progetto di alternanza scuola-lavoro, e la “Carta di Lorenzo”. “Oggi - ha detto il sindaco - è la festa dei lavoratori, del lavoro e di chi lo genera. Oltre che sindaco di Pordenone, provengo dal mondo della scuola: oggi, parlando di sicurezza nei luoghi di lavoro, non posso non pensare a Lorenzo e alla “Carta di Lorenzo”, al sistema integrato del lavoro, a quanto fatto e a quello che c’è da fare.
La mia presenza, qui, è anche a fianco di Lorenzo e di un sistema complesso come il lavoro, rispetto al quale tutti noi dobbiamo interrogarci e mettere tutte le nostre energie affinché questi avvenimenti non vengano dispersi. Questo anche rispetto alla scrittura della “Carta di Lorenzo”, perché questi sforzi non restino lettera morta. Secondo me, l’impegno e la volontà ci sono, ma ogni sforzo dev’essere fatto”.
Circa 300 le persone che si sono ritrovate in piazza Maestri del lavoro, dove è intervenuta anche la Banda di Porcia, prima di formare il corteo che, dopo aver attraversato il cuore della città, è terminato di fronte al municipio. “Anche nel nostro territorio - ha sottolineato Marcon -, nel mitico “ricco Nord Est”, il lavoro sicuro, in alcuni settori si infrange con il lavoro grigio, che può diventare anche nero. Queste situazioni ci sono in settori quali terziario, costruzioni, bar, agricoltura, filiera degli appalti”.
Il segretario provinciale della Cgil, ai fini di ottenere maggiore sicurezza, ha chiesto “più controlli, attraverso l’assunzione di ispettori”. Aprendo gli interventi, Tesan ha chiesto un minuto di silenzio per Daniel Tafa, il giovane operaio morto di recente in una fabbrica di Maniago, “solo l’ultima vita spezzata di una lunghissima serie”.
La manifestazione, il cui slogan era “Uniti per un lavoro sicuro”, si è chiusa con le parole di Dalla Libera: “Pensiamo al futuro dei sindacati in questa situazione: serve un lavoro continuo per garantire i lavoratori”. Infine, in una nota, il deputato e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Emanuele Loperfido, nell’evidenziare “un quadro di crescita frutto delle politiche messe in campo dal nostro governo, a guida Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia”, ha aggiunto: “Ma il lavoro deve essere soprattutto sicuro. Il 25 marzo scorso, il 22enne Daniel Tafa, ha perso la vita a Maniago, colpito da una scheggia incandescente sul posto di lavoro.
Una tragedia che ci ha toccato tutti da vicino, nel profondo. Non può succedere, non può succedere più. Per accrescere la sicurezza nei luoghi di lavoro - ha concluso Loperfido -, il governo ha stanziato oltre 1,2 miliardi di euro. Un impegno concreto per prevenire nuove tragedie e garantire condizioni di lavoro sicure per tutti”.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto