Preparò la rapina, scoperto dopo 2 anni

PORDENONE. Doveva compiere una rapina in banca nell’ottobre 2015 con alcuni complici, un tempo legati alla Mala del Brenta di Felice Maniero, ma poi era stato colpito da un’ernia e aveva dovuto rinunciare al colpo che proprio lui aveva ideato. Un acciacco che gli aveva evitato, almeno all’epoca, di finire in carcere.
La rapina a mano armata, il 5 ottobre 2015, era stata sventata infatti grazie a un blitz da manuale della Squadra mobile di Pordenone, senza sparare un solo colpo, a coronamento di una brillante indagine partita dal Friuli Occidentale.
Ora, però, a distanza di poco meno di due anni quell’ernia “provvidenziale” non gli ha evitato le conseguenze penali del piano criminale. Grazie alle intercettazioni dei componenti della banda è stato individuato, e l’altro ieri è stata eseguita l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, dove si trovava già da febbraio per altre rapine in banca.

Lui è Fausto Lombardi, 71 anni, di San Donà di Piave, ex della Mala del Brenta. I suoi complici, quella mattina del 5 ottobre 2015, erano stati arrestati dagli uomini della Squadra mobile pordenonese poco prima di entrare nella banca Bcc di Sant’Elena a Villatora di Saonara per compiere la rapina. Ercole Salvan, 54 anni di Santa Maria di Sala, è stato nel frattempo condannato a 9 anni e 4 mesi, Silvano Noventa, 60, di Legnaro, a 7 anni. Il veneziano Manuel Da Gonfo, 36enne di San Donà, ha scelto l’abbreviato.
Quel giorno i tre avevano pianificato l’assalto nella filiale di prima mattina. Armati di pistole (una Beretta calibro 9,21 con matricola abrasa, un’Astra A/80 e una semiautomatica 7,65, tutte con i colpi in canna), erano attrezzati con passamontagna e abiti di ricambio per evitare il riconoscimento, in più avevano una targa risultata rubata e un coltello.
Da settimane De Gonfo era pedinato dalla Squadra mobile di Pordenone che stava indagando su una rapina avvenuta in un’abitazione del Friuli Occidentale. Un’attività investigativa coordinata dal pm Matteo Campagnaro (all’epoca in servizio a Pordenone, oggi a Caltanissetta).
Le indagini della squadra mobile e della procura di Pordenone, dopo i tre arresti, erano proseguite, con la collaborazione dei colleghi di Padova. A gestire l’ultima fase, che ha portato all’emissione dell’ordinanza cautelare, sono stati gli investigatori della Squadra Mobile padovana coordinati dal pm Maria D’Arpa. E l’altro ieri hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Adesso, dunque, il cerchio si è chiuso con l’arresto di Lombardi, ex calciatore del Torino, che secondo l’accusa aveva programmato la rapina nei minimi particolari, pensando alle parrucche, alle vie di fuga, a quasi tutto. Il giorno prima aveva effettuato un sopralluogo. Poi, come detto, aveva dovuto tirarsi indietro per il problema di ernia.
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