Prende le chiavi dell’auto al figlio trovato morto dopo ore nel fiume

PRATA. Drammatico ritrovamento in provincia di Treviso. É stato recuperato domenica sera nel fiume Livenza, mentre le famiglie stavano trascorrendo la serata di Pasqua, il corpo senza vita di Giacomo Brisotto, detto Biti, pensionato di 71 anni (ne avrebbe compiuti 72 il 3 luglio prossimo), residente in via Roma 5, in pieno centro a Prata, il suo paese, in cui era nato e cresciuto. Lascia nel dolore la moglie Novellina (si erano sposati il 23 luglio 1971), il figlio Giulio, il fratello Giovanni e tanti conoscenti.
Già falegname, veniva definito un vero e proprio artista della lavorazione del legno. Le ricerche si erano concentrate tra Ghirano, Traffe, e Navolè, a Gorgo al Monticano.
L’allarme è scattato nel pomeriggio di Pasqua, attorno alle 16, al ponte sul Meduna di Tremeacque. É stata ritrovata qui, infatti, parcheggiata accanto a un muretto, la Peugeot 206. Giacomo soffriva di una grave malattia. Il figlio, Giulio Brisotto, imprenditore, gli aveva proibito di guidare da un mese circa. Aveva nascosto le chiavi dell'auto, ma dopo pranzo, nel giorno di festa, il 71enne le ha trovate e se n’è impossessato.
Ha percorso i pochi chilometri che separano la sua abitazione a Ghirano. Brisotto ha attraversato il ponte sul Meduna, abbandonando l'automobile in territorio di Pasiano (lì è già Rivarotta).
Subito sono scattate le ricerche. Giulio ha avvertito i carabinieri della stazione di Prata di Pordenone, guidati in persona dal comandante, il maresciallo Scarda. Investiti delle ricerche i pompieri del comando provinciale di Pordenone, che hanno trasferito la loro centrale operativa sull’argine pasianese del Meduna da una parte, e sempre sulla sponda pordenonese, in un’azienda agricola di Traffe da cui si vede il campanile di Navolè dalla parte opposta. Da Venezia, in supporto, è arrivato un elicottero inviato dal capoturno Baracco. Le ricerche per tre ore si sono concentrate quindi a Tremeacque, ma anche più in là, tra i territori trevigiani di Meduna di Livenza e Gorgo al Monticano. Attorno alle 20 di Pasqua il corpo, ormai senza vita, è stato ritrovato sulla sponda trevigiana del Livenza, a 500 metri dal ponte di ferro sul Meduna. Sul posto la ditta Frè, dopo il pietoso recupero eseguito dai pompieri, ha ricomposto la salma, che è stata trasferita all’obitorio di Pordenone, a disposizione della magistratura.
Maestro del legno e falegname conosciutissimo in tutta la zona, Giacomo Brisotto lascia un grande vuoto. Ieri a Prata non si parlava d’altro che della tragica fine del “Biti. «Non meritava di morire così» ha detto qualcuno. Oggi verrà probabilmente rilasciato il nulla osta, e saranno fissate le esequie di Brisotto. La cittadina è silenziosa.
Rosario Padovano
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