Premariacco, il paese che trema senza un perché: così la gente organizza ricerche “fai da te”

Vibrano porte e finestre, ponte romano verso la chiusura. L’ipotesi formulata dagli esperti del Centro sismologico di Udine (che avevano attribuito il fenomeno a dinamiche legate alla fuoriuscita dell’acqua dalle cavità della sponda destra del Natisone) non aveva mai convinto fino in fondo la gente del posto

Premariacco, continuano gli strani tremori. I residenti: "Dateci una spiegazione"


Il mistero persiste, spingendo i residenti a improvvisarsi “detective”. Le vibrazioni ripartite, a due settimane di distanza dal precedente episodio, nell’area del ponte romano di Premariacco sono talmente singolari e inquietanti che gli abitanti della zona (in cui da due giorni, ormai, «tremano anche le finestre di ultima generazione») hanno deciso di andare a fondo nella questione, organizzando una serie di monitoraggi “fai da te” per cercare di capire l’origine del problema.

Il rumore misterioso di Premariacco

L’ipotesi formulata e data praticamente per certa dagli esperti del Centro sismologico di Udine (che avevano attribuito il fenomeno a dinamiche legate alla fuoriuscita dell’acqua dalle cavità della sponda destra del Natisone) non aveva mai convinto fino in fondo la gente del posto, a parere della quale il rumore si propagherebbe dalla rosta di “Premariacco Beach”, poco più a monte del ponte romano.

Il misterioso rumore che allarma Premariacco


Con il ritorno del boato, così, un gruppetto di persone ha scelto di affidarsi a metodi empirici, avviando ricognizioni che sembrerebbero, a prima vista, smentire la teoria espressa dal Centro sismologico. E ieri mattina il risultato di queste indagini “rudimentali” è stato comunicato al sindaco Roberto Trentin, raggiunto a casa da una delegazione munita di documentazione audio e fotografica: «La sera di sabato – spiega il primo cittadino – l’onda sonora si era interrotta, esattamente in contemporanea con il picco della piena, che aveva ricoperto la rosta. Poi, non appena l’acqua si è riabbassata, tornando al livello di sabato pomeriggio, il tremore è ricominciato. La questione, insomma, è legata proprio all’altezza dei flussi nel fiume: qualcosa, per effetto delle piene, deve essersi modificato in corrispondenza della diga, determinando condizioni che generano la vibrazione».

Nella mattinata di ieri, a differenza della giornata precedente, il rumore si avvertiva pure nei pressi della piazza del paese. E proprio in paese, al bar “da Vera”, in viale papa Giovanni XXIII, oggi alle 11 il Messaggero Veneto ha organizzato uno dei suoi “caffè” per discutere del problema del tremore: tutti i cittadini sono invitati per parlare del caso con un nostro giornalista davanti a un caffè che sarà loro offerto dal Messaggero Veneto.

Il team di premariacchesi “rilevatori” ieri ha perfino delineato una mappa della propagazione dell’onda: «E il ponte romano – comunica il sindaco – ci rientra in pieno. Alla luce di ciò mi auguro che le istituzioni si facciano sentire, chiarendo come intendano relazionarsi a questa preoccupante situazione e affrontarla».

Stamattina Trentin si confronterà nuovamente con il comandante del Corpo di Polizia locale dell’Uti del Natisone, Fabiano Gallizia, sull’opportunità di un’ordinanza che impedisca ai mezzi pesanti il transito sul ponte: il provvedimento è altamente probabile. Di certo se l’interpretazione dei residenti si rivelasse fondata, «sarebbe – osserva il sindaco – il male minore, indubbiamente preferibile all’eventualità del carsismo. Un’opera riparatrice sulla briglia, infatti, è senz’altro possibile, a differenza di un intervento nelle cavità della forra». —
 

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