Positivo al Covid, muore dopo 20 giorni in ospedale: "Mio papà aveva 55 anni, tutto è iniziato con la tosse"

TAVAGNACCO. È morto lo stesso giorno di suo padre Guerrino, il 30 novembre. Stefano Zorzettig aveva 55 anni, ennesima vittima di quel virus che in modo così subdolo ogni giorno causa decine di vittime in regione. Aveva scoperto di essere positivo l’11 novembre: la corsa in ospedale, prima a Pordenone e poi a Trieste, il ricovero nel reparto di terapia intensiva. E quindi la morte.
Tutto in pochi giorni, lasciando nel dolore il figlio Nicolas, la compagna Franca, l’ex moglie Dolì e la mamma Orsolina. Persona sempre pronta a mettersi a disposizione degli altri, Stefano Zorzettig portava avanti l’attività di famiglia assieme al fratello Marco, la Combustibili Zorzettig di via San Daniele, a Colugna.
«Ha lasciato il Deganutti per mettersi a lavorare con il padre – racconta il figlio Nicolas – e ha dedicato tutto se stesso per questa attività, era sempre pronto a dare un aiuto a chi glielo chiedeva. Era un grande lavoratore e una persona straordinaria»
Tutti conoscono Stefano a Colugna e dintorni proprio grazie alla sua attività, specializzata nella vendita di pellet, gasolio per riscaldamento e bombole. Tra le sue grandi passione c’erano i mezzi a due ruote, le Harley Davidson in particolare.
«Quando sono nato, nel 1997, se n’era regalata una e ha sempre continuato a coltivare questa passione, che alla fine ha saputo trasmettere anche a me – prosegue il figlio –. Gli piaceva girare con amici e trascorrere del tempo sulle due ruote». Dopo essersi separato da Dolì, oggi viveva con la compagna Franca e con la figlia di quest’ultima, Erika. Una vita felice la sua, fino a quando, l’11 novembre, non ha scoperto di essere positivo al virus.
Assieme a lui, a essere contagiata, è stata tutta la sua famiglia. Anche il fratello Marco è stato costretto a farsi ricoverare per qualche giorno, riuscendo però a mettersi alle spalle questa disavventura e a ritornare a casa.
«Ha iniziato con la tosse, poi è arrivata la febbre, il ricovero e, dopo essere stato intubato, in pochi giorni, s’è aggravato. Era stato portato a Trieste sperando in un suo recupero, ma lunedì, poco prima delle 23, il suo cuore ha smesso di battere – aggiunge il figlio Nicolas –. Non sappiamo dove possa essere avvenuto il contagio, ma per lavoro gli incontri con le persone sono frequenti e, nonostante tutte le precauzioni del caso, purtroppo è comunque successo».
Proprio perché la sua famiglia è ancora positiva, non è stata fissata la data dei funerali. Si attende che i tamponi a cui si sono sottoposti risultino negativi, quindi è probabile se ne riparli solo la prossima settimana.
Stefano Zorzettig, nella comunità di Colugna, era conosciuto non solo per il suo lavoro, ma anche per la generosità che ha sempre riservato all’associazionismo locale.
A ricordarlo è il presidente di “Chei di Colugne”, Alberto Del Torre: «Oltre a essere un amico, era un socio sostenitore del nostro sodalizio – commenta Del Torre –. Era una persona sempre disponibile, pronto a dare una mano in caso di necessità. Una bella persona, insomma. La sua scomparsa ci addolora molto. Dispiace a tutti veramente».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto