Pordenone calcio, stadio in legno ed ecosostenibile per i neroverdi

É l’ipotesi di cui hanno parlato il sindaco e il presidente Lovisa: velocità d’esecuzione, risparmio e forse fondi europei

Uno stadio in legno lamellare, ecosostenibile e di rapida realizzazione.

È questa l’ipotesi su cui stanno lavorando il Pordenone calcio e, per la parte di propria competenza, il Comune, al fine di dare quanto prima una nuova “casa” ai ramarri e allo stesso tempo, alla città, un impianto che possa ospitare anche palestre, spettacoli ed eventi.

Perché il sogno possa prendere forma serviranno molti altri passaggi, ma il vertice di ieri mattina fra il sindaco Ciriani e il presidente neroverde Lovisa, in municipio, è già stato importante.

Se in passato fa la parola “legno”, accostata a uno stadio, faceva venire in mente impianti vecchi e pericolosi, anche sul fronte anti-incendio, ora la situazione è radicalmente cambiata. Imprese come la Rubner Holzabu sono sempre più spesso al centro delle cronache per il proprio apprezzato lavoro.

La stessa Rubner Holzbau circa 30 anni fa realizzò in legno le tribune dell’Olimpico di Roma e, nel 2012, lo stadio temporaneo di Cagliari, successivamente rimontato prima dell’attuale versione definitiva. Tempi rapidi di realizzazione, circa sei mesi dall’inizio dei lavori, e mentalità vincente, visto che la stessa Fifa nel 2015 ha aderito all’iniziativa Climate Neutral Now per la realizzazione di stadi ecologici in tutto il mondo.

Un’inchiesta del Sole 24Ore, già nel 2017, rivelò che Il progetto modulare parte da una tribuna minima da 1.500 posti, concepita per la Lega Pro Italiana, con tutti i servizi necessari (spogliatoi, area antidoping, infermerie, sala stampa, sala conferenze, terrazza con bar e ristorante) ma può arrivare fino a 20 mila, abbattendo costi di gestione e manutenzione.

Certo molto resta da fare, a partire dall’acquisizione dei terreni nell’area Edil Nord, a ridosso dello svincolo dell’A28 a Vallenoncello, per proseguire con il piano finanziario. E a tal proposito uno stadio “green” potrebbe aiutare anche su quest’ultimo fronte, attraverso l’acquisizione di contributi europei.

Un sogno? Forse, ma anche la B, in fondo, all’inizio sembrava tale. —

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