Porcia, la discarica sarà ampliata Ma il sito non basta

PORCIA. L’unica discarica autrizzata del Friuli Venezia Giulia sarà ampliata ma anche questo allargamento del sito non basterà ad arginare l’emergenza amianto in Regione. Di materiale da smaltire ce ne è troppo e il rischio è quello di veder aumentati i costi complessivi delle bonifiche.
L’allarme è stato lanciato dal consigliere regionale di Pordenone, Valter Santarossa, in un’interrogazione rivolta alla governatrice Debora Serracchiani. L’argomento è spinoso e riguarda il sito di stoccaggio per amianto di Porcia, attualmente gestito dalla General Beton Triveneta. Santarossa ha specificato come l’area sia l’unica rimasta in attività per lo smaltimento su scala regionale di eternit e asbesto. Il sito è in rapida saturazione e proprio pochi giorni fa la Regione ne ha autorizzato un ampliamento. Ma anche tale soluzione pare un palliativo temporaneo: secondo le statistiche dei tecnici sarà necessario individuare delle vie alternative, la Germania in primo luogo. I costi si incrementerebbero a dismisura, andando ad incentivare fenomeni di asportazione clandestina.
Da qui il sollecito di Santarossa per una veloce risoluzione dell’inconveniente. Il governo tedesco ha investito risorse e mezzi sui siti di stoccaggio dell’amianto andando a riempire enormi spazi vuoti derivanti dal landfill mining: si tratta dello svuotamento di vecchie discariche di rifiuti ordinari, spesso situate in prossimità dei centri abitati, per alimentare la filiera del riciclo e degli inceneritori. I buchi lasciati sul territorio, a volte anche di decine di milioni di metri cubi, vengono così riempiti di amianto inertizzato da mezza Europa. Il gestore dell’impianto ottiene così altissimi introiti per una procedura a costo praticamente zero (una volta immesso nel terreno l’eternit non rilascia percolato e è sufficiente ricoprirlo con della ghiaia). Le aziende del settore prosperano, il fisco ne gode e la municipalità si ritrovano con recuperi paesaggistici un tempo impensabili. A propria volta le Regioni italiane sborsano somme decisamente superiori allo smaltimento indoor, visto che bisogna aggiungere gli oneri di trasporto.
Le stime parlano di 2 milioni di metri cubi censiti in Friuli Venezia Giulia, un altro milione individuato ma non calcolabile con esattezza e almeno 2 milioni di cubi ancora da stimare in via ufficiale. Vecchi acquedotti con tubazioni in amianto, tettoie di legnaie e pollai, il caso specifico del greto del Cellina a Montereale: la lista del materiale ancora disperso in regione è lungo e uno dei punti più caldi è proprio il Pordenonese. (f.fi.)
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