Polo agroalimentare alla Sdag Dall’Uti iniezione di 1,1 milioni

Importante stanziamento per sviluppare ulteriormente la piattaforma del freddo Il sindaco Ziberna: «Crediamo nel futuro dell’autoporto». Lavorano 250 persone
Bumbaca Gorizia 06.05.2019 SDAG CCIAA presentazione magazzino del freddo © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 06.05.2019 SDAG CCIAA presentazione magazzino del freddo © Fotografia di Pierluigi Bumbaca



L’autoporto di Gorizia, negli ultimi anni, è sempre stato sinonimo di difficoltà e simbolo di un’economia “di confine” che stentava a riconvertirsi in un’economia che non contemplasse più la frontiera. Ma grazie alla Regione, alla Camera di commercio Venezia Giulia e alla determinazione del Comune dei Gorizia (socio unico) le cose stanno cambiando. Finalmente in meglio.

La struttura si sta trasformando in un polo logisico agroalimentare. L’ultima novità consiste nello stanziamento di quasi 1,2 milioni di euro per potenziare le strutture autoportuali. I fondi arrivano dall’Unione territoriale intercomunale (Uti) Collio-Alto Isonzo. A deciderlo la giunta comunale che ha appena indirizzato fondi regionali pari a 1.125.000 euro (625mila a carico dell’annualità 2019 e 500 mila a carico dell’annualità 2020).

«Dovevamo decidere di uno stanziamento da parte dell’Uti a carattere sovracomunale. E abbiamo indirizzato quella somma per la Sdag. Ci crediamo tantissimo nell’autoporto, nel polo logistico agroalimentare e nel polo del freddo», spiega il sindaco Ziberna.

Nella delibera si evidenzia la «strategicità per lo sviluppo del territorio e dell’economia della realizzazione di una piattaforma logistica distributiva specializzata nel freddo e nell’agroalimentare. Tale piattaforma verrà realizzata all’interno del padiglione C dell’autoporto, gestito in concessione da Sdag spa e consentità di sviluppare accordi con i porti di Trieste e di Monfalcone per lo stoccaggio e la movimentazione dei prodotti agroalimentari».

Consapevole dell’alto potenziale dell’autoporto anche l’assessore comunale alle Società partecipate, Dario Obizzi. E lui a evidenziare come la struttura, oggi guidata dall’amministratore unico di Sdag Giuliano Grendene, sta conoscendo una fase (finalmente) positiva e di grande sviluppo.

Sono circa 250 le persone che lavorano all’interno dei 600 mila metri quadrati dell’autoporto di Gorizia. Si tratta, in larga parte, di maestranze impiegate in magazzini e aziende di import–export che hanno preso in affitto locali di proprietà della Sdag. Ci sono poi quaranta persone impiegate all’Agenzia delle dogane e 13 case di spedizione che svolgono importanti operazioni doganali legate al traffico extraeuropeo, più venti spedizionieri.

Oltre all’implementazione dei servizi legati alle soste dei veicoli pesanti, nel futuro della Sdag ci sono altri due importanti progetti funzionali al nuovo ruolo di “interporto” e di “retroporto”, fondamentale per lo sviluppo dell’asse dei traffici Nord–Sud: la costituzione del nuovo polo agroalimentare del freddo e lo sviluppo della ferrovia e del terminal intermodale.

Per quanto riguarda il polo agroalimentare, la Sdag ha ricevuto la certificazione di prodotti biologici e di origine animale e ora punta – grazie all’utilizzo di fondi statali per mettere a norma impianti tecnologici ed elettrici delle celle frigorifere – a diventare la piattaforma logistica dei prodotti surgelati freschi e congelati, «e perché no – ha evidenziato di recente il direttore di Sdag, Cinzia Ninzatti – anche del vino, visto che siamo una terra di grandi eccellenze in questo settore».

Intanto, la nuova autostrada A34 Gorizia-Villesse ha portato indiscutibile sviluppo a un’area strategica per tutta la regione come la Sdag (Stazioni doganali autoportuali), società nata nel 1982. Sono aumentati i servizi legati alla sosta dei veicoli pesanti e al benessere del conducente (bar, ristoranti, negozi, mini-market, infopoint e docce) che approfitta delle nove ore di fermo obbligatorio per riposare e ristorarsi. Il tutto in un luogo sicuro recintato e videosorvegliato. —





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