Polizia dotata di spray al peperoncino

In uso alla squadra volante. Sono già partiti i corsi di formazione, basta una spruzzata e l’avversario è reso inoffensivo
Di Ilaria Purassanta

Arriva anche a Pordenone lo spray al peperoncino in dotazione agli agenti della polizia di Stato. Sono già partiti i corsi di formazione che spiegano ai poliziotti come utilizzare i nuovi dispositivi a base di Oleoresin capsicum.

La sostanza contenuta nelle bombolette è identica a quella proposta nei dispositivi di libera vendita. Con l’unica differenza che le bombolette in dotazione alle forze dell’ordine sono ricaricabili.

Per legge, il principio attivo contenuto negli spray, che è l’estratto del peperoncino, non può avere una concentrazione superiore al 10 per cento. Il dispositivo è efficace già alla prima nebulizzazione, per l’effetto irritante che provoca.

Lo spray potrà essere utilizzato per motivi di ordine pubblico. Sarà fornito agli operatori della squadra volante, sempre in prima linea nel controllo del territorio.

Si tratta di una disposizione nazionale, già annunciata sul sito ufficiale della polizia di Stato all’inizio di febbraio.

Sono già stati distribuiti in tutta Italia oltre tremila bombolette, provviste di un kit di decontaminazione. I primi reparti a essere dotati degli spray sono stati proprio le volanti e i reparti di prevenzione crimine.

Quale è lo scopo? «Migliorare la capacità di reazione di fronte a comportamenti violenti, senza necessariamente ricorrere all’uso delle armi», specificano le finalità sul sito ufficiale della polizia di Stato. Dopo che i tentativi di mediazione pacifica sono già falliti, nel caso in cui gli agenti si trovino a dover fronteggiare azioni violente di individui che possono mettere a repentaglio l’incolumità propria e altrui, anche di terzi, i poliziotti possono ricorrere allo spray al peperoncino.

Basta una spruzzata per rendere inoffensivo l’avversario. La bomboletta ha un’autonomia di sei secondi di erogazione continua. Dopodiché deve essere ricaricata in sede per poter funzionare nuovamente.

Il dispositivo, peraltro, è stato oggetto di sperimentazione dal 2014. È stato lo stesso istituto superiore di sanità a verificare le conseguenze e i rischi per la salute.

Una dotazione in più, dunque, a tutela di chi, ogni giorno, sulla strada, mette a rischio la propria vita per salvare quella altrui.

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