Polcenigo, Cipriani ritrova l’ex direttore dell’Harry’s bar

POLCENIGO. La visita di Arrigo Cipriani al museo dell’arte cucinaria, ha assunto il valore di una rimpatriata, durante la quale Cipriani, simbolo della ristorazione italiana in Italia e nel mondo, ha...

POLCENIGO. La visita di Arrigo Cipriani al museo dell’arte cucinaria, ha assunto il valore di una rimpatriata, durante la quale Cipriani, simbolo della ristorazione italiana in Italia e nel mondo, ha incontrato diversi protagonisti dei successi degli Harry’s Bar, a Venezia come a New York, a Londra come a Los Angeles e Miami.

Le strette di mano sono state molto calorose fra Arrigo Cipriani e Mario Berton, originario di Montereale Valcellina che, per 39 anni, ha diretto il mitico Harry’s Bar di Venezia e, sul filo dei ricordi di una vita trascorsa negli Harry’s Bar, non potevano mancare all’incontro, Paolo Rossi il capo chef pluridecennale e Giovanni Fabbro, diventato aiuto cuoco a soli 13 anni e poi chef internazionale che, da Venezia, ha portato la sua arte nei ristoranti di Cipriani sparsi nel mondo. Oggi Giovanni presiede la Federazione italiana cuochi nel pordenonese.

Toccante anche l’incontro di Arrigo Cipriani con Giuseppe Toffoli, figlio d’arte di Eugenio, il primo chef ad aver lavorato con Giuseppe Cipriani, padre di Arrigo, fin dall’apertura a Venezia dell’Harry’s Bar il 13 maggio 1931. Un omaggio di prodotti artigianali è stato consegnato a Cipriani da Oliva Quaia e Fabio Pegoraro, assessori di Polcenigo, presenti il sindaco di Budoia Roberto De Marchi, Luciano Moro, direttore dello Ial e Mario Cosmo, mentre una preziosa confezione dello zafferano di Dardago è stata donata a Cipriani dai produttori Lucio Zanolin e Diego Zambon.

Durante la visita alla ricca esposizione museale, Arrigo Cipriani ha apprezzato i tanti cimeli. Osservando ricettari e oggetti d’epoca, antiche stampe dei menu, foto e lettere di personaggi che hanno fatto la storia d’Italia, Cipriani ha apprezzato le bottigliette originali dell’acqua minerale e brillante “Gorgazzina”, della sorgente del Gorgazzo, imbottigliata dai fratelli Tomasi fino agli anni Settanta. I ricordi di lavoro si sono intrecciati infine con quelli degli incontri importanti vissuti da Arrigo Cipriani e dai suoi collaboratori. Assieme ad Ernest Hemingway, frequentavano l’Harry’s Bar veneziano: Arturo Toscanini, Charlie Chaplin, Peggy Guggenheim, Orson Wells e Truman Capote. Proprio Capote è stato protagonista di un aneddoto inedito, raccontato da Arrigo Cipriani al termine della sua visita. Nell’estate del 1965 Truman Capote soggiornava a Venezia. «All’Harry’s Bar – ricorda Cipriani – aveva scritto le ultime note al suo più famoso romanzo: A sangue freddo. Dovendo spedire il manoscritto all’editore di New York, si era rivolto a me, chiedendomi se un cliente dell’Harry’s doveva recarsi in aereo nella metropoli americana. Quella di Truman Capote – ha concluso Cipriani – si dimostrò una mossa azzeccata. C’era un mio conoscente in partenza per New York e l’Harry’s Bar sostituì efficacemente sia Internet che i moderni corrieri».

Sigfrido Cescut

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