Una poesia lunga 90 metri in piazza Primo Maggio: il messaggio per Gaza dell’artista Mathias
L’installazione, che fa parte del progetto Nature Poetry, è stata realizzata in centro a Udine con il sostegno del Comune

La poesia diventa strumento attivo contro la guerra. Dove non arrivano le decisioni politiche, arriva la potenza della parola. È stato questo l'obiettivo dell’installazione artistica del progetto Nature Poetry organizzata nella mattinata di sabato 31 maggio dall’artista udinese Mathias Pds (Poeta della sera), all'interno di piazza Primo Maggio.

Una poesia lunga 90 metri e larga 100 ha invaso parte del piazzale con l’obiettivo di mandare un messaggio universale di disubbidienza di fronte al massacro di Gaza, coinvolgendo un dissenso generale anche per tutte le altre guerre in corso nel mondo. Con il sostegno del Comune di Udine, dalle 9 alle 12 il Poeta della sera, assieme al consigliere comunale Matteo Mansi, il cantautore Fabrizio Citossi, i collaboratori Marianna Sardo e Enrico Folisi e il videomaker Alessandro Scruzzi, hanno realizzato una poesia gigante utilizzando dei giornali quotidiani riciclati, offerti dalle persone, con i quali hanno creato ogni singola parola occupando un terzo della piazza.

L'impatto più forte è stato percepibile principalmente dall'alto grazie alla ripresa video del drone, successivamente diffuso sulle piattaforme web. Allo stesso tempo l'iniziativa ha voluto muoversi anche attraverso il coinvolgimento della collettività.
Molti passanti infatti sono stati gentilmente accolti nel creare con i giornali una parola o un pezzo della poesia, per unire gli intenti di un sentire comune che non riguarda più soltanto il Medio Oriente, ma tutto il mondo. «Coltiva amore/sradica la guerra/la pace è il fiore/della nostra terra» sono le parole che compongono la poesia, poi continuata in un costante messaggio di pace, solidarietà e soccorso. «Questa installazione – spiega Mathias Pds – è come una casa nella quale vorrei che le persone coinvolte si sentissero accolte. Contribuire a creare una parola per inserirla in un messaggio poetico gigantesco è il simbolo di azione che è richiesto in questo momento di fronte a una politica che non utilizza gli strumenti della pace. È un dovere degli artisti mandare una visione diversa della realtà e della sua possibile condivisione».
Già a marzo, Mathias Pds aveva creato un’altra installazione nei pressi di Pavia di Udine, scrivendo sempre con i giornali in caratteri giganteschi la parola “Armiamoci”, poi trasformata in “Amiamoci”, come simbolo e urlo di pace di fronte a tutte le guerre ancora in atto. Non si ferma, insomma, la protesta pacifica del Poeta della sera: la sua richiesta, accompagnata da molte voci, è quella di unire la collettività in azioni di solidarietà e intelligente disubbidienza, fino a creare un coro universale. «Abbiamo firmato una mozione in comune che condanna questa inutile guerra che si riversa sui più deboli – interviene Mansi – perché ormai tutto il mondo condanna il massacro a Gaza. È necessario che vengano messi in atto tutti gli strumenti per la pace, rompendo tutti gli accordi commerciali, universitari, diplomatici che stanno perpetuando questo massacro».
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